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SPORT: LA CORSA DELLA VITA DI ALEX ZANARDI

zanardi1Una lezione di vita, da chi ha trasformato la propria sofferenza in una ragione per crescere, ricercare sempre nuovi traguardi, raggiungere risultati di eccellenza e mettersi continuamente alla prova per verificare dove sono fissati, se ci sono, i limiti alle performance dell’uomo. Finalmente abbiamo potuto reincontrare Alex Zanardi, pilota e collaudatore, sperimentatore di sempre più moderni ausili per i diversamente abili. L’avevo conosciuto 24 anni fa, al Motorstars di Pordenone, dove aveva partecipato a una sfida sui kart tra piloti di F1. Poi un drammatico appuntamento con il destino, in pista, l’ha privato delle gambe. Ma gli ha consentito di ritrovare se stesso. Di scavare nella propria interiorità e scoprire gli aspetti più riposti delle potenzialità della mente e del corpo umano. Di valorizzare ciò che del suo corpo ha mantenuto la piena funzionalità, dimenticando la propria menomazione. Alex ha partecipato alla prova di Coppa del mondo di para-cycling road, a Maniago. Nella finale per l’iridato è arrivato al secondo posto. Dopo avere vinto tante altre corse con quei mezzi a tre ruote che atleti come Alex riescono a sospingere, pedalando con la forza delle braccia, fino a sfiorare i 40 km/h di media. “Ieri sono stato un leone, oggi un …”. Commenta. E ci racconta che all’ultima curva ha toccato. Ha fatto un dritto in staccata. Voleva dare il massimo per uscire dalla curva davanti al diretto avversario e vincere. Ma ha sopravalutato la tenuta di strada zanardi2015dell’avantreno della sua Handbike, è stato costretto a scalare due marce  e così invece di trovarsi una cinquantina di metri davanti all’avversario se l’è ritrovato davanti. Proprio nel rettilineo finale. Alex Zanardi ha già vinto tante gare, in diversi sport. Ma nessun successo è stato capace di fermare il suo desiderio di agonismo. Di mettersi in gioco. Ed ecco che ci esterna tutte le sue qualità, le carature caratteriali, la grande umanità, ma anche la vocazione per il successo non quale semplice affermazione, ma come obiettivo da raggiungere, senza affanno o rimpianti, ma da raggiungere. “Ogni vittoria rappresenta l’incasso del lavoro già fatto con la preparazione, e non quello che deve ancora venire. C’è sempre una prossima gara (anche nella vita): il fatto di avere già vinto non rappresenta un motivo per non riprovare”. Una lezione di etica sportiva, di vita, che, enunciata da un atleta, un campione al quale lo sport ha cambiato la vita, sortisce l’effetto di farci provare i brividi. Nel mio percorso giornalistico ho provato soltanto un’altra volta un’emozione così forte nell’intervistare una persona: quanto ho avvicinato e stretto la mano al Dalai Lama. Non fraintendetemi. Non era un’emozione di sfondo religioso. Bensì una sensazione motivata dalla grande energia che l’intervistato era riuscito a trasmettermi. Alex prosegue raccontandomi dei progetti e degli impegni per le prossime settimane. E si sofferma a descrivere il grande calore con il quale il pubblico friulano ha accolto lui e gli altri atleti della Coppa del mondo. Un Friuli dove Alex ha degli amici e che di quando in quando, tra gli impegni agonistici, viene a visitare. Il suo carnet di impegni è più denso di un pilota tra i più richiesti. Infatti, l’incidente non lo ha allontanato dal mondo dei motori. La prossima settimana sarà ad Adria, per allenarsi e provare. Poi andrà all’autodromo Paul RIcard, in Francia, per prepararsi a correre a Brno, con la nuova Bmw Z4. L’obiettivo è quello di correre a fine luglio alla 24 ore di Spa. “Già parteciparvi sarà come abbattere una nuova barriera. Per permettermi di gareggiare assieme agli altri due piloti del team, sulla stessa vettura, sono stati sperimentati accorgimenti e ausili che non dovranno risultato troppo invasivi o infastidire gli altri due driver”. Una nuova sfida tecnica, dunque, è già stata da Alex Zanardi.

Carlo Morandini