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Veterinaria equina “mestiere raro”

Ci sono tantissimi cavalli, da passeggiata, da salto ostacoli e trottatori, che gareggiano negli ippodromi di Trieste, Padova e Treviso.

Ha poco più di trent’anni Elisa Calludrini, eppure ha saputo inseguire il suo sogno di diventare veterinaria ginecologa equina. 

Laurea a Parma, tirocinio all’Arcadia con la dottoressa Romano, ha comprato con i primi risparmi un ecografo e ha visitato le sue prime pazienti in Friuli all’ Associazione Allevatori di Moruzzo.

“Quando da piccola andavo al mare a Bibione e vedevo lungo la strada i recinti pieni di cavalli pensavo a quanto mi sarebbe piaciuto lavorare là -ricorda- il sogno è diventato realtà quando due anni fa sono diventata la dottoressa dei Jet.“

Qui Elisa ingravida le centoventi fattrici, prepara nel laboratorio genetico le dosi degli stalloni che vengono spedite in tutta Europa ed è anche neonatologia dei cento puledri che nascono ogni anno.

“I giorni liberi sono pochissimi e gli orari pesanti -spiega Elisa– soprattutto nei mesi che vanno da gennaio a luglio. In questi mesi infatti le cavalle partoriscono e vengono ingravidate.“

A inizio inverno alcune cavalle vengono sottoposte al programma luci per regolarizzare il ciclo estrale.

Il mattino ha ritmi serrati, tra visite ginecologiche e fecondazioni delle fattrici. Gli stalloni montano artificialmente, il seme viene raccolto, diluito, centrifugato e viene suddiviso in quattro o più dosi per ingravidare più fattrici alla volta. 

“Veder correre felici nel paddock i puledri nati grazie al mio lavoro e nonostante complicanze che a volte accadono è una gioia che mi ripaga di ogni sacrificio.”

E già, ci sono anche gli imprevisti, in testa fra tutti le coliche, il problema più frequente tra gli equini, che a volte può avere un epilogo tragico. 

“Una fattrice ha avuto una colica -ricorda con tristezza Elisa- e mi e’ morta davanti agli occhi. Per un medico sentirsi impotenti è una frustrazione.”

Nel pomeriggio ci sono le terapie, la profilassi dei vaccini in un allevamento di quattrocento cavalli è un impegno considerevole. 

Infatti a scadenze regolari vanno eseguiti vaccini anti aborto e anti influenzali, che sommati ad altre varie terapie vuol dire spesso tornare a casa tardissimo. 

Ma lavorare tra i prati, all’aperto, in mezzo al verde e in costante contatto con i cavalli è il privilegio di questo raro mestiere