LE SEGNALAZIONI PER LA SECONDA EDIZIONE ENTRO IL 15/6/2014
Il Premio ‘Voce dell’Adriatico’ è indetto da Marina Sant’Andrea di San Giorgio di Nogaro e da ARGA FVG, l’Associazione Regionale della Stampa Agricola, Agroalimentare, Ambiente e Territorio. Con la collaborazione dell’Associazione Culturale no profit La Riviera Friulana. Si pone l’obiettivo di mettere in risalto i personaggi che hanno concorso, con il loro impegno professionale o di volontariato, a valorizzare, riscoprire, approfondire, far conoscere, salvaguardare, le ricchezze del Mare Adriatico e delle terre rivierasche. Lo scorso anno è andato al velista e cronista del mare, Cino Ricci, e all’oceanografo di fama mondiale, Andrea Bergamasco. Il Premio, patrocinato dal Club UNESCO di Udine, prevede due sezioni. Quella Giornalistica è indetta da ARGA FVG, e gode del Patrocinio dell’UNAGA, l’organizzazione nazionale delle Associazioni regionali della Stampa Agricola, Agroalimentare, dell’Ambiente e Territorio, nonché della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. I personaggi da candidare ai due riconoscimenti potranno essere segnalati via mail. (altro…)
AL RISTORANTE AI TRE CANAI PIATTI LEGATI ALLA TRADIZIONE RIVISITATI PER UNA CUCINA MODERNA E DI SPERIMENTAZIONE NON MANCA IL FRITTO PIU’ RICERCATO CON IL PESCE ACQUISTATO IN GIORNATA ALLA GRANDE PESCHERIA MARANESE Un laboratorio dei sapori e delle materie prime della tradizione: da dieci anni il Ristorante Ai tre canai di Marano Lagunare (UD) offre l’opportunità di degustare cibi e pietanze che ci riportano alla cucina della memoria della città friulana della pesca. E permettono di rivisitare il gusto del mare Adriatico, e della Laguna. Giorgio Dal Forno è infatti impegnato, fin dall’avvio della propria attività, assecondato in sala dalla moglie Claudia, da Christian in cucina, a recuperare le tipicità attraverso la continua ricerca di ingredienti, anche mutuati dalla natura, e di abbinamenti atti ad avvicinare gourmet e degustatori alla tipicità e alla sperimentazione ai fornelli. A Dal Forno si deve il rilancio del ‘bisato in speo’, la mitica anguilla allo spiedo nata nelle lunghe permanenze nei casoni, che i ‘vecchi’ maranesi cucinavano per ore sull’uscio delle case nelle giornate di festa, con i soli ingredienti dal sale grosso, foglie d’alloro, e tante braci. Precursori di quella cucina ’slow’ che è stata
riscoperta di recente. Un piatto che Dal Forno ha promosso anche al di fuori di Marano, tanto da indurre il Comune a fare del prelibato pesce dall’evoluzione misteriosa il simbolo della cucina locale. Dal Forno è uno dei propulsori della rete rivierasca, e cura con grande professionalità fin dall’inizio gli eventi della nostra Associazione. Della quale è giunto al secondo anno di adesione. Di recente ha presentato i suoi manicaretti a Tarvisio, nell’ambito della rassegna ‘Ein Prosit’. Ed è stato uno dei primi a far echeggiare l’idea rivierasca nell’area. Ai tre canai propone spesso serate a tema, per esempio sulla ‘canocia’, la canocchia, gustoso crostaceo autunnale, che i maranesi suggeriscono di privilegiare, nel periodo di Santa Caterina (25/11) alla ruspante gallina. Ma anche al crudo di pesce, alla selvaggina volatile di laguna, ad altro ancora e, ovviamente, al ‘bisato in speo’. Sempre accompagnando le pietanze con i vini di aziende agricole di pregio in abbinamento.
Ma ecco cosa offre alla sua clientela lo chef Dal Forno nel periodo invernale. Una delle grandi ‘riscoperte di Giorgio è il ‘passato di gò’, di ghiozzo, una minestra che assume il color verde intenso derivato dalle proprietà del pesce. Un piatto al quale i maranesi attribuiscono proprietà ricostituenti per la ricchezza delle sostanze contenute. Ma ecco una ‘contaminazione’ che arriva …dal Friuli: ‘blecs’ (lasagne di forma irregolare-‘blecs’ vuol dire toppa, in lingua friulana) in ‘busara de canoce’ e perle di pomodoro. La polenta ha rappresentato negli ultimi secolo un elemento chiave dell’alimentazione rivierasca. Ed ecco la polenta pasticciata con ragù di fasolari, erba cipollina e semi di finocchietto selvatico, che cresce sugli argini della laguna. Dal frutto del lavoro dei grandi pescherecci maranesi (la flotta locale è la più importante del Friuli Venezia Giulia) all’inizio del secolo scorso nacque la fabbrica di tonno in scatoletta Maruzzella. E di sgombro. Ed ecco lo sgombro affumicato che sposa la terraferma con le foglie di carciofo, la ricotta di pecora, semi di finocchio, uva passa, e crema di acciughe. Un piatto curioso e mediterraneo? La calamarata di Gargnano con seppie nere e caponata. Forse vi è rimasta una curiosità: e il ‘bisato in speo’? C’è sempre, anguille permettendo. Ovviamente su prenotazione. Le due, tre, o più ore di cottura vi costringerebbero a ordinarlo a ora di pranzo, per degustarlo, forse, a cena. Ma ne vale davvero la pena. Giorgio Dal Forno è il Capo della Compagnia del bisato, fondata diversi anni fa su idea di Valerio Ghin, promotore enogastronomico maranese, e uno dei primi sommelier del Friuli Venezia Giulia. Al quale l’Associazione Regionale della Stampa Agricola, Agroalimentare, Ambiente e Territorio ha dedicato un premio giornalistico giunto alla sesta edizione. Ci teneva moltissimo a far conoscere i vini rivieraschi, i vini di valle, quelli delle ‘due lame’, baciati dall’irraggiamento diretto e dal riflesso del sole sulle acque della laguna. Malvasie, Tocai, perfino il Merlot e il Refosco, che assumono profumi e sapidità particolari, indicate per il pesce. Al Ristorante Ai tre canai troverete queste opportunità enologiche locali, ma anche le migliori proposte del vigneto regionale, e non solo.
LO RICORDA ROBERTO FELLUGA, CHE HA OSPITATO NEL RESORT DI RUSSIZ SUPERIORE A CAPRIVA (GO) L’EDUCATIONAL DELL’ARGA FVG La stampa specializzata del Friuli Venezia Giulia augura un felice Natale 2013 e un sereno e speriamo prospero 2014.
Lo fa, nell’occasione dell’Educational, il quinto del 2013, tenuto nell’esclusivo Resort di Villa Russiz, a Capriva (GO), ospite di Roberto ed Elena Felluga. Un educational alla scoperta delle eccellenze, delle peculiarità del territorio regionale, viste attraverso la voce dei protagonisti. Un percorso, quello avviato dall’ARGA FVG, l’Associazione Regionale della Stampa Agricola, Agroalimentare, dell’Ambiente e Territorio del Friuli Venezia Giulia, che mira a valorizzare le carature del territorio, analizzandone le origini e l’evoluzione. Che ha portato il Friuli Venezia Giulia a una notorietà nel mondo al pari delle più importanti realtà viticole del pianeta. La Famiglia Felluga, quella di Roberto Felluga, il quale oggi gestisce Russiz Superiore e l’Azienda Marco Felluga, che si trova a Gradisca (GO), è da ben cinque generazioni impegnata nel mondo del vino. Marco, uno dei sette figli degli importatori di vini da Isola d’Istria (SLO), dove la famiglia ha origine, poi trapiantatasi a Grado (GO) ha acquistato Russiz nel 1956. Per poi farla divenire, in questi ultimi anni con il supporto del figlio Roberto, che ora la segue personalmente, una delle realtà del vigneto Italia più conosciute a livello internazionale. Nei suoi vini il vigore di vigne, come quella del Tocai, di oltre settant’anni. Tocai, ci tiene a precisare Roberto. Che, come il padre Marco, oggi 86 enne, ha sempre difeso la denominazione del vitigno coltivato da secoli nel Collio. E che è tuttora presente nel Registro nazionale dei vitigni. D’altronde, dice, perché il vino prodotto con uve di Tocai Friulano si dovrebbe chiamare in un altro modo? Nelle vigne di Roberto Felluga si percepisce anche la modernità di vitigni internazionali come lo Chardonnay. Che gli consente di produrre un fragrante spumante, lasciando il prodotto per tre anni sui lieviti. La classe e l’eleganza del Pinot Bianco, richiestissimo anche all’estero, e di altre uve adatte per creare prodotti enologici di punta, come il Col Disore. O come il vino da dessert, da formaggi, da insaccati particolari, che è Horus, a base del raro Picolit. La ricerca, l’innovazione, senza per questo lasciare mai in secondo piano le tradizioni e le peculiarità, le specificità e le potenzialità dei terreni, del clima, del territorio: questi i caratteri e i valori che si riconoscono a Russiz Superiore. Ma sono stati in particolare la tenacia e la lungimiranza, prima di Marco, ora del figlio Roberto Felluga, a individuare il percorso di questa realtà vitivinicola. Uno dei risultati eccellenti ottenuti ce lo evidenzia con orgoglio lo stesso Roberto: -“Oggi siamo finalmente in grado di poter affermare che i nostri vini bianchi sono eccellenti non soltanto da giovani, ma anche dopo l’invecchiamento”. Ad arricchire l’educational a Capriva c’è stato l’abbinamento tra i vini del Collio e la cucina maranese di Giorgio Dal Forno, del ristorante Ai Tre Canai. (altro…)
L’EDUCATIONAL DEGLI AUGURI A RUSSIZ SUPERIORE A CAPRIVA (GO) NEL RESORT DI ROBERTO FELLUGA
Prosegue il viaggio della stampa specializzata tra le eccellenze e le particolarità del mondo rurale, dell’ambiente, delle risorse naturali e forestali del Friuli Venezia Giulia. Stavolta il focus degli educational dell’ARGA FVG, l’Associazione Regionale della Stampa Agricola, Agroalimentare, dell’Ambiente e Territorio guidata da Carlo Morandini, dopo la viticoltura di pianura, a Codroipo (UD), la filiera legno, a Paluzza (UD), la viticoltura dei Colli Orientali, a Cividale del Friuli (UD), e la tartufaia, a Sequals (PN), ha toccato una delle realtà di spicco della vitivinicoltura internazionale. Si è trattato peraltro dell’Educational degli auguri. Che ha trovato nella splendida location di Russiz Superiore, di Roberto Felluga, a Capriva (GO), adagiata in mezzo ai rilievi del Collio, affacciata verso la Brda, il Collio sloveno, il calore e l’accoglienza del Resort situato sulla sommità dell’omonimo colle. Che fa parte della proprietà già dei Conti Torre e Tasso. Proprietà, che nel 1956, quando le strade dei due dei sette fratelli della famiglia originaria d’Isola d’Istria, che avevano scelto la vitivinicoltura, si divisero, fu acquistata da Marco Felluga. Il quale decise di eleggere l’azienda a sede di quella che sarebbe divenute una delle attività di punta del pianeta vino. Oggi, a condurla c’è il figlio Roberto, assieme alla moglie Elena. Essi seguono anche la Marco Felluga, che ha sede a Gradisca d’Isonzo, con i vigneti, anche in questo caso, nel cuore del Collio. In entrambe le aziende, la prima contraddistinta dal simbolo dell’aquila bicipite del casato di origini austriache, la seconda dal leone di San Marco, la scelta dei vini è legata alle potenzialità del territorio, dei terreni, del clima della collina goriziana. Vini eleganti, sobri, che sanno esprimere le carature dell’area. E nei quali si intravvede la ‘mano’ di Roberto nella scelta degli abbinamenti tra i vitigni vocati di questo territorio. (altro…)