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40 anni di Premio Hemingway alla vigilia del 70. dalla prima visita dello scrittore all’arenile di Lignano

Premiati lo scrittore cileno Labatut, la scrittrice russa Scerbakova, lo psichiatra Andreoli, il fotografo Finotto, il professor Schettini

Per il 41. alcuni auspicano si ricolleghi alla promozione della città stimolando opere dedicate

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Ha compiuto quarant’anni il Premio Hemingway, ideato all’inizio degli anni ’80 per ricordare l’interesse del grande scrittore americano per Lignano e la Riviera friulana, e per accendere i riflettori di un pubblico internazionale sulla spiaggia dorata della città adriatica. Un pool di amministratori e comunicatori, si potrebbe dire un poker, perché allora l’idea fu sviluppata con il sindaco Steno Meroi, il presidente dell’Azienda di soggiorno, Carlo Teghil, il giornalista eclettico Granfranco Cautero, l’assessore regionale al turismo, Gioacchino Francescutto. Con la testa di ponte a Roma e gli agganci nel mondo della cultura e della comunicazione anche in Rai del compianto collega Luigi Mattei.

Quaranta edizioni iniziate con il singolo evento delle premiazioni, poi sviluppando un percorso di alcuni giorni con iniziative di contorno destinate ad avvicinare i premiati ai turisti e al pubblico locale. Momento cardine per molti anni il salone dei congressi del Kursaal, di recente Cinecity, con il sostegno del Comune e della Regione.

Come per il ventennale, per richiamare l’attenzione su Ernest Hemingway, ospite d’onore il nipote, John Patrick, scrittore e autore del libro autobiografico, ‘Una strana tribù’, sull’epopea della famiglia. John, non ha calcato gli scenari di guerra né ha potuto esplorare i dettagli e l’insieme di una Riviera ancora intatta, di una skyline naturale e non alterata dall’urbanizzazione né da uno sviluppo turistico che stava per decollare come nonno Ernest.

Il quale, allora, con una permanenza di qualche settimana si era innamorato delle carature del territorio, tanto da trarne ispirazione per uno dei suoi romanzi più amati, ‘Di là dal fiume tra gli alberi’, prendendo lo spunto della diversità omogenea tra le sponde sinistra, quella nel Friuli Venezia Giulia, e destra, quella nel Veneto orientale, del fiume Tagliamento, osservandone il placido scorrere nel periodo più favorevole dalla spiaggia della Vecchia finanza.

Un periodo trascorso a cacciare, la sua grande passione che forse lo aveva attirato fin qui fino a camuffarsi tra i tini in laguna, anche per fotografare il territorio, e a spostarsi tra Villa Keckler di Fraforeano, Marano Lagunare, il latisanese, la spiaggia di Lignano. Qui, il 15 aprile del 1954, affacciandosi tra le dune inesplorate, un esempio residuale e tutelato sono quelle tra il Bar Sabbiadoro Beach & Restaurant e il villaggio Bella Italia, fu colpito da tale bellezza, tanto da esclamare ‘Questa è la Florida d’Europa’. Aveva visto lontano lo scrittore!

Ma qui interviene il nipote, che quando morì Ernest aveva quattro mesi e non l’ha potuto conoscere. In compenso ne ha letto il primo libro a tredici anni: -“Le cose oggi sono molto cambiate, anche se la vera differenza, a parte la decisa somiglianza con le grandi spiagge della Florida, che si alternano su un litorale – come ricorda John – lungo forse quanto l’Italia’, sta nella concentrazione delle cose”. “Là, in Florida – prosegue – il turismo, le attività, le attrazioni sono molto dilatate sun un territorio vasto, attorno al quale le coste non sono così accoglienti come quelle che contornano la nostra Penisola, perché possono celare insidie”.

John, che abbiamo incontrato prima della serata del Premio a un incontro organizzato dallo SKAL, il network mondiale degli operatori turistici, poi all’Hotel President dov’è stato ospitato, conferma quanto provano coloro che lasciano temporaneamente il nostro Paese poi vi fanno ritorno: – ‘Lla vera America è qui’. Per tanti aspetti, non ultimo la vita culturale che anima anche la città turistica con appuntamenti che si susseguono, con eventi sportivi, musicali, culturali… Quindi, forse, Ernest Hemingway aveva saputo guardare lontano. Intuire che alle spalle di quella spiaggia dorata, in una località già conosciuta con il

‘secondo’ nome di Sabbiadoro per arricchirlo con una brillante pensata pubblicitaria del sostantivo dedicato proprio all’arenile, sarebbe cresciuta una città delle vacanze probabilmente rispettando l’equilibrio tra l’urbanizzazione e il verde.

Rileggendo i brani del nonno Ernest, John ne ha riscoperto la fonte: la vocazione a fare , giornalista, al saper raccontare nei dettagli aspetti che spesso ci sfuggono nella vita di ogni giorno, e che a volte, riletti a distanza di tempo, si rivelano come uno spaccato della società e uno specchio dei tempi.

Il 40. Premio Hemingway di Lignano Sabbiadoro, assieme ad altre iniziative per agganciare il ricordo dello scrittore ai territori che ha visitato o dove ha vissuto pur sporadicamente vengono sviluppate in Veneto, ha premiato quattro categorie, che intendono rappresentare le capacità di raccontare l’animo umano. I vincitori sono personaggi cari a diverse categorie di telespettatori, come lo psichiatra e farmacologo Vittorino Andreoli, che dalla lucida esperienza dei suoi 84 anni ha analizzato le criticità dell’amore nel libro ‘Lettera sull’amore’, esortazione a metabolizzare le criticità della società moderna e invito ai giovani a recuperare il concetto dell’attesa per vivere in un mondo più sereno. A lui il premio ‘Avventura del pensiero’, rappresentato da un’opera del noto ed eclettico artista udinese Giorgio Celiberti. Per ricordare l’Hemingway fotografo, e testimone con gli scatti in bianco e nero del suo tempo, ecco la sezione chiamata ‘Italo Zannier’, fotografo friulano, per premiare il fotolibro ‘Notte a Nordest’, di Francesco Finotto.

Il premio ‘Testimone del tempo’ è andato invece alla scrittrice russa, Irina Scerbakova, una delle fondatrici di Memorial – Premio Nobel 2022 sulle vittime del regime sovietico. Il premio per la letteratura è stato ottenuto dallo scrittore cileno Benjamin Labatut, affascinato studioso del limite del pensiero umano. Premiato infine l’insegnante più amato dagli studenti, anche da quelli che a volte inciampano nelle insidie dei meccanismi della mente e non riescono a leggere tra le pieghe di una formula matematica o delle scienze, di un postulato, di un procedimento matematico, e consumano energie che poi si rivelano inutili per arrivare alla soluzione. È il professore di fisica televisivo, Vincenzi Schettini, capace di sdrammatizzare tutti questi gap. Per farlo parte dal look, visto che il suo tratto distintivo è la pettinatura voluta per stare sempre più vicino ai ragazzi, che riesce a catturare l’attenzione di tutti, anche degli studiosi e personaggi della cultura presenti in sala.

È stata un’edizione, quella del quarantennale del Premio Hemingway, che ha mantenuto alto il target dei personaggi protagonisti, ed è sempre frutto della collaborazione con Pordenone Legge avviata per risollevare una manifestazione che rischiava perdere l’interesse del grande pubblico. “Ora occorre però – sussurra uno dei personaggi storici di Lignano al termine della premiazione – che il Premio Hemingway si ricolleghi davvero alla nostra città, alla penisola lignanese, alla Laguna di Marano, alla Riviera friulana… Una sezione potrebbe premiare chi scrive o fotografa di queste realtà, ricentrando la promozione del territorio e della località per la quale era stato ideato e stimolando soprattutto i giovani a conoscere, scoprire, amare Lignano Sabbiadoro.

Carlo Morandini

Carta del gusto: la riviera friulana verso la nuova edizione con Alla Vecchia finanza di Lignano Riviera (UD)

Il locale della SIL in riva al Tagliamento proiettato verso una nuova esperienza di cucina

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Piatti di ispirazione tradizionale con spunti di innovazione e materie prime ricercate e di prossimità 

Cucina dal sentore mediterraneo con abbinamenti che non si discostano dalla tradizione rivierasca ma sono arricchiti dalla creatività dello chef Gianni, arrivato a Lignano Riviera Alla Vecchia Finanzadopo avere assecondato per diversi le attese di una clientela alla ricerca del gusto a Bibione Pineta

Nel ristorante legato al ricordo della permanenza dello scrittore americano Ernest Hemingway nella Riviera friulana, l’antico sito daziario a poche centinaia di metri dalla foce del fiume Tagliamento, il nuovo corso del locale della SIL di Renzo Pozzo si caratterizza per l’accoglienza professionale del personale pronto a ricevere gli ospiti già nel morbido prato antistante, che si affaccia alle rive del fiume, e fa sentire il calore di una gestione quasi familiare. 

È lo stesso chef a raccontare i piatti che prepara con l’intento di generare emozioni nei degustatori, senza strafare ma con una proposta equilibrata e sapiente degli ingredienti. Il locale, con la sua struttura e la collocazione, è il valore aggiunto della proposta del ristorante, che si trova accanto al centro benessere del campeggio ‘Ai due pini’, della stessa proprietà, perché a interni curati, in stile marinaro che si richiama agli anni ’50 per l’uso dei colori tenui ma caratteristici delle abitazioni di allora, si aggiunge l’ampio porticato esterno assieme al prato sul quale sono ormai molti gli ospiti ad apprezzare l’aperitivo alle morbide luci del tramonto. 

Con lo sfondo di uno scenario che aveva fatto innamorare Hemingway, probabilmente ispirandogli qui la stesura del romanzo ‘Di là dal fiume tra gli alberi’. 

Questo contesto particolare è arricchito dalla placidità del sito, nel quale, la sera, si apprezza il suono di sottofondo della risacca che risale il fiume dalla foce. 

Gazebo caratteristici distribuiti nel giardino, che bene si inseriscono nell’arredo degli esterni in un panorama quasi bucolico, consentono di apprezzare la tranquillità del posto anche alla sera, assicurando riparo  e la giusta riservatezza. 

La mission dello chef Gianni, di origini pugliesi ma fin da adolescente appassionato frequentatore delle realtà rivierasche dell’Alto Adriatico dove tra l’altro ha completato gli studi professionali legati al settore della ristorazione, e che ha sviluppato la sua esperienza ad Asiago, a Bassano del Grappa e in altre realtà, come accennato è regalare emozioni ai degustatori con una cucina ideata con l’amore e la passione per la gastronomia, gli abbinamenti, il migliore utilizzo di ingredienti di prossimità e di qualità. 

Piatti che sanno stupire anche per la preparazione molto curata e d’effetto, e che prendono lo spunto dalla tradizione adriatica e rivierasca con inserimenti innovativi, realizzati con la passione di chi ama la cucina e gli ingredienti dell’area, selezionati per emozionare. 

Come il mix di tartare, fresco e suadente, ma soprattutto il fresco risotto alle mazzancolle mantecato al gin e zest di limone, o gli scamponi reali gratinati con patate

E altro ancora, che varia a seconda della disponibilità della materia prima di giornata, e che si può scoprire di volta in volta sul posto. A caratterizzare il percorso che Gianni ha scelto per la cucina ci sono i vini della Riviera friulana, che bene si sposano anche con la cucina mediterranea. 

Come la Ribolla Gialla de I Feudi di Romans, scelta per l’intero nostro percorso degustativo.

Carlo Morandini  

Itinerari rivieraschi su 4 ruote riparte la rubrica di test road nella Riviera friulana

Itinerari rivieraschi su quattro ruote … . Itinerari turistici e culturali rivieraschi, è un capitolo del sito www.larivierafriulana.it , unico sito ufficiale della Riviera friulana che è anche testata giornalistica on line registrata al Tribunale di Udine. Riprende corpo e sarà lo strumento ‘on line’ per comunicare le attrattive del territorio compreso tra e nei bacini dei fiumi Tagliamento e Isonzo, la linea delle Risorgive friulane e il litorale adriatico.

Il motivo delle notizie, dei ‘lanci’ di news, saranno i test drive di auto di nuova produzione, di ogni categoria, con i quali raggiungeremo le attrattive dell’area per raccontarle. Un’iniziativa che si affianca alle mie newsletter charlieinauto, sul blog di www.libero.it, e provavintage, che era rimasta in parcheggio per dedicare più spazio di lavoro alla trasmissione fvg da scoprire, e si svilupperà ora anche sul portale ufficiale dell’Associazione culturale La Riviera friulana ETS.

Portale che ha raggiunto i 170mila contatti e presenta le eccellenze e le peculiarità dell’area considerata. Si tratterà dunque di un capitolo ‘on line’ di testroad e di testdrive, ma soprattutto della divulgazione turistica e culturale delle ricchezze presenti sulla costa friulana e nel suo retroterra.

#testroad I Castelli di Strassoldo (Ud)

‘Chiare, fresche e dolci acque…’ L’esordio delle nostre tappe tra gli #Itinerari della #Rivierafriulana sarà dedicato a uno dei siti più suggestivi delle terre rivierasche: i Castelli di Strassoldo. Si trovano in Comune di Cervignano del Friuli (Ud) e sono il Castello di Strassoldo di Sopra e il suo gemello, il Castello di Strassoldo di Sotto, considerati tra i più antichi manieri del Friuli Venezia Giulia che ora fanno parte dei Borghi più belli d’Italia. Sono legato affettivamente a questi luoghi perché diedero i natali al Magnifico Rettore Marzio Strassoldo, ricercatore e tra i sostenitori del recupero e rilancio della lingua friulana, che mi diede l’incarico di Direttore editoriale della prestigiosa rivista di divulgazione scientifica ‘Cil & Tiere’ (cielo e terra), ovvero la versione in Friulano e in Inglese della rivista Le Scienze. Strassoldo si trova in un parco alimentato dalle acque di risorgiva. Acque che arrivano dall’arco alpino e si inabissano per riemergere a decine di km di distanza, quando incontrano una barriera impenetrabile di limo che le blocca e le costringe a riemergere in superficie in corsi d’acqua, polle, laghetti limpidi. Per questo il parco del Castello di Sopra è incorniciato da fiumi e canali e caratterizzato da numerosi pozzi. L’aspetto attuale deriva dagli interventi di bonifica alle paludi preesistenti effettuati agli inizi del Settecento, quando venne meno la funzione difensiva del maniero. Edificato alla fine del primo millennio lungo la via Julia Augusta, strada romana che da Aquileia conduceva al Norico, inizialmente era detto ‘dalle due torri’. Secoli più tardi sorsero due castelli separati attorno a ciascuna delle torri originarie. Gli Strassoldo, che si stanziarono nell’area prima del 1077, quando fu formalizzato il Patriarcato di Aquileia, che difendevano questo territorio per conto degli imperatori di Sassonia, furono una delle prime famiglie di feudatari liberi.

#testdrive Fiat Tipo Cross Hybrid Red Eclettica, spaziosa, confortevole, performante modaiola

Un modello popolare e la sua versione più recente evoluta elettronicamente e potenziata

Prima protagonista di questo percorso sulle strade della #Rivierafriulana che intende divenire popolare, è un’auto, un modello che di per sé è già popolare, nella versione più esclusiva e avanzata: la Fiat Tipo Cross Hybrid Red. È la versione moderna della Fiat 1100, poi della Fiat 124, vetture spaziose, ciascuna per la sua epoca, versatili ed eclettiche fino a sviluppare la vocazione sportiva e modaiola. La Fiat Tipo Cross Hybrid da è una cinque porte spaziosa e confortevole spinta dal motore a benzina di 1.500 cc, e da un’unità elettrica da 20,4 CV con un sistema a 48V: ha una potenza di 130 CV. La trasmissione automatica a doppia frizione e a sette rapporti è convincente nei sorpassi e nella guida extraurbana, e assicura consumi sostenibili. Con la parte elettrica percorre soltanto tratti brevi, ma è ciò che le consente di abbattere il consumo fino a 20 km/l. L’aspetto grintoso e sportivo, con la slitta del sottoscocca che protegge anche la parte bassa del muso e della coda, è conferito dai fascioni di protezione in gomma scur sotto le porte e attorno ai parafanghi in gomma scura antiurto, mentre lo stile cross è rimarcato dall’altezza da terra e dalle pedane esterne nel piano sottostante le portiere. La quinta porta, il portellone posteriore, assicura una buona capacità di carico specialmente abbattendo i sedili. A trazione anteriore, dallo spunto interessante in accelerazione ha gli interni e le finiture, il volante e il ‘pomello’ della leva del cambio, che serve anche per selezionare le 7 marce a mano, in similpelle. Ritornando alla guida, è assistita da sistemi avanzati come: il cruise control adattivo, i sensori anticollisione in marcia, l’avviso del pericolo causato dal sopraggiungere di un veicolo, collisione se anche proveniente da dietro, i sensori che assicurano il mantenimento della corsia, accorgimenti evoluti rispetto ai quali un dettaglio tra le dotazioni ci riporta all’importanza del fattore umano, l’essenzialità del ‘fai da te’ nelle emergenze: il comando del freno a mano è a bacchetta. In un contesto tanto automatizzato, sembra quasi un invito del progettista a provarla nella guida sportiva con le tecniche da sterrato o da scarsa aderenza: quel colpetto di freno a mano all’entrata in curva, che induce l’auto a sbandare per innescare la sbandata controllata, più conosciuta come ‘derapage’. Una guida convincente anche in montagna dove non abbiamo riscontrato aumenti di consumo significativi, un display di dimensioni adeguate, fari molto potenti a led, sono altri dettagli positivi di questa versione della Fiat Tipo Cross Hybrid Red. Perché Red? È il colore simbolo di un progetto di solidarietà lanciato dal leader del complesso U2, Bono, che è stato sostenuto dalla storica Casa italiana oggi del Gruppo Stellantis.

Carlo Morandini

#itinerari Itinerari rivieraschi su Quattroruote | larivierafriulana #ItineraririvieraschisuQuattroruote

#Rivierafriulana #FVGdascoprire #strassoldo #fiattipocrosshybrid #fiattipo #stellantis

Lignano, 23/8/2023.

#Rivierafriulana: la #ViadeisaporiFVG per la prima volta scende in spiaggia a #Grado

Quando un evento mondano scende in spiaggia reca in sé già un elemento attrattivo importante, che è la location suggestiva. Se poi si tratta di una manifestazione ormai consolidata destinata a offrire ad appassionati del gusto, gourmet, operatori e giornalisti uno spaccato della realtà del settore considerato possiede già i requisiti del successo.

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Per la tappa di Grado (Go) La via dei sapori Friuli Venezia Giulia ha compiuto anche questo passo. Dopo le edizioni ospitate ogni anno nello splendido giardino del Castello di Spessa (Go) e in qualificate realtà in Italia e all’estero è stata traferita per quest’anno dalla Diga Nazario Sauro di Grado (Go) alla spiaggia prospicente il Parco delle rose, ovvero nella sezione più importante dell’arenile dell’Isola d’oro.

Slittata di qualche settimana per evitare il maltempo si è annunciata con un allestimento festoso, evidenziato da filari di lampade tra gli ombrelloni che non hanno distolto l’attenzione degli ospiti dall’obiettivo della serata: valutare le proposte di cucina e i vini in abbinamento di 21 attività della ristorazione del FVG e di altrettante aziende vitivinicole.

L’occasione dell’evento nato da un’idea di Valter Filipputti e sostenuto dalla Camera di commercio Pordenone e Udine e dalla Regione FVG era come sempre ghiotta, e la location inusuale non ha demotivato gli affezionati ospiti de La via dei sapori.

Né il ‘pavimento’ di sabbia ha scoraggiato le ospiti più eleganti. Ristoratori, chef, cuochi, oltre al severo giudizio dei degustatori e agli inevitabili raffronti degli ospiti tra gli stili di cucina, le scelte dei piatti e della materia prima, ma anche degli abbinamento con i vini delle aziende in affiancamento, questa volta hanno dovuto affrontare un nuovo handicap: la sapidità dell’aria conseguente alla prossimità del mare.

Probabilmente già nelle giornate precedenti alla manifestazione i cuochi e il loro staff, nelle prove dei piatti per la serata gradese si erano interrogati sul livello di sapidità più adatto per le loro pietanze, sugli ingredienti, anche sul piatto scelto per l’occasione. C’è chi ha optato per piatti freddi e di ricerca, chi per piatti innovativi, chi è rimasto nel solco della tradizione, chi, cercando l’effetto speciale, ha rischiato di strafare mettendo a rischio l’abbinamento con i vini della ventina di Aziende che fa parte del Consorzio Via dei sapori.

Tra le proposte più ‘votate’ dal pubblico il Gazpacho verde canederlo di mare e zenzero marinato de AI Fiori di Trieste, il Lingotto di trota affumicata in casa con melanzane alla brace e crumble all’alga spirulina de Al Paradiso di Pocenia (Ud), Street food, beach food hot dog che viene dal mare, ketchup di albicocche, mayo di alghe e seppia della Caffetteria Torinese di Palmanova(Ud), Fagottino di vitello con crudité di verdure e maionese alla melissa, dell’Hotel Carnia di Venzone (Ud), la Calamarata con tonno, olive, capperi e crema di bufala affumicata di Costantini di Collalto di Tarcento (Ud), il Coniglio alla cacciatora, funghi, tartufo e pomodoro di Da Nando di Mortegliano (Ud), Parmigiana di carrozza di La Torre di Spilimbergo (PN), L’orto di Sara (purea di melanzane fritte, polpetta di zucchine e peperoni arrostiti) di Locanda Devetak di San Michele del Carso (Go).

E tra i dolci, il Magnum gelato di Al Grop di Tavagnacco (Ud), Dolce Aquileia di Pasticceria Mosaico-Cocambo di Aquileia (Ud), e Fior di Pezzata Rossa, Cioccolato e Midolini Asperum 15 anni, Sorbetto al Prosecco con salsa lampone della Gelateria Nonno Carletto di Udine.

Per quanto riguarda i vini, soltanto tre erano da uve a bacca rossa, e si andava dall’uvaggio all’autoctono Schioppettino, ovviamente dedicati alle tre uniche creazioni di cucina dedicate alla carne, tra l’altro tra le più azzeccate nonostante la location. In riva al mare, il tema dei piatti scelto dai ristoratori era orientato prevalentemente alla cucina di mare. così hanno prevalso il Sauvignon, il Friulano, il Pinot Bianco, la Malvasia, il Pinot Grigio, la Vitovska.  

Carlo Morandini    

Estate 2023 : Un’oasi sospesa tra campagna e Laguna per degustare piatti tradizionali o creativi

#cartadelgusto23

Nella #Rivierafriulana a Marina Sant’Andrea (Ud): dal gusto della semplicità al sapore della creatività

Un ristorante che ritrova la sua attrattività non solo per i naviganti ma anche per gli appassionati

Veduta del Marina Sant’Andrea – S.G.di Nogaro UD

L’oasi che ripropone nel retroterra, anche se a breve distanza dal mare, l’atmosfera placida dell’ambiente lagunare e nel contempo la serenità della campagna rivierasca, dov’è possibile degustare piatti adriatici tradizionali ma anche l’esito della creatività di un cuoco dalla lunga e articolata esperienza: è il ristorante del Marina Sant’Andrea di San Giorgio di Nogaro (Ud). Si trova lungo il fiume Corno a breve distanza dal suo sbocco in laguna, al termine del lungo rettifilo della strada dell’Aussa-Corno dove insiste anche Porto Nogaro.

Infatti, non è raro potervi ammirare dai tavoli del luminoso giardino coperto del locale il silente passaggio di navi mercantili di piccola-media dimensione o dei rimorchiatori, che scorrono a poche decine di metri sbucando oltre l’argine del fiume quasi al livello del curatissimo prato antistante, spesso annunciato da un suono di sirena della nave per reclamare la precedenza sul canale. Il motivo di questa vicinanza è presto svelato: si tratta del ristorante del marina che è aperto al pubblico e rappresenta il ritrovo dei naviganti. Capita infatti di incontrarvi amici regatanti, marinai, navigatori, armatori che vivono sul mare o danno corpo alla loro passione facendo base nella struttura nautica. Così anche alla clientela ‘esterna’ capita di poter ascoltare rapiti racconti suggestivi, esperienze spesso irripetibili occorse nella navigazione sui mari del mondo ad appassionati appena rientrati da suggestive crociere o in procinto di salpare per percorrere le coste adriatiche o andare oltre. In questo contesto particolare si è realizzata una situazione che sta svelando la sua efficacia agli ospiti del locale.

La nuova gestione è stata affidata dal marina a Claudia Azzano, sommelier professionista e con una lunga esperienza maturata nei locali stellati del Friuli del gusto, che cura personalmente la qualità della proposta e del servizio, assieme all’irlandese Robert Goode, appassionato delle carature della cucina mediterranea e rivierasca e del pregio dei vini dell’area.

Una cura e attenzione metodica che sono la sintesi dell’impegno maturato da Claudia Azzano lungo il suo percorso professionale nel corso del quale ha appreso in particolare come saper trasmettere le attese della clientela alla cucina. Per quanto riguarda gli abbinamenti con i vini di pregio ci pensa lei. Per esempio con il piatto dell’estate dedicato dallo chef alla Carta del Gusto della Riviera friulana. Un piatto ‘pazzo’, come l’ha definito il cuoco, che però con la sua esperienza è riuscito a ottenere l’interesse degli ospiti con una crescente richiesta: il Polipo con l’anguria. Un piatto che si distingue per i delicati sentori estivi arricchiti dalla morbidezza e fragranza marina del polipo. Ah sì… l’abbinamento di Claudia: “una bella Malvasia rivierasca, sapida, fresca, intensa e piena’.

L’attrattività della cucina del locale si sviluppa anche attraverso la linea scelta dal cuoco per la preparazione dei piatti che si riassume nell’impiego della materia prima di qualità e sempre fresca per proporre ricette semplici ma caratterizzate, dai Tagliolini alla ‘busara’, ai Paccheri con tonno, pomodorini e olive, ‘aromatizzati’ con una spolverata di fragrante timo essicato, alle semplici ma imperdibili Sarde panate, ai dolci, tra i quali la versione analcolica del Vetturino, con la panna non zuccherata, la versione base del Tiramisù. Una cucina dietetica che esalta il gusto della genuinità. Il nome del locale? Sarà svelato in occasione di un evento del marina alla fine dell’estate.

Carlo Morandini

Nella Riviera friulana il ritrovo dei vip, personaggi dello sport e della cultura e amministratori

La cucina di mare che valorizza la genuinità ed esalta i sapori adriatici

Tagliolini Da Patrizio e Ribolla Gialla per insaporire l’estate lignanese

Il modello di convivialità friulano funziona e rinnova la sua attrattività dalla montagna alla Riviera, per tutto l’anno, nella stagione fredda come in piena estate. A Lignano Sabbiadoro ne è un esempio emblematico ‘Da Patrizio’, come ormai gli amici cittadini e i frequentatori della località balneare friulana hanno ribattezzato ‘Alle bocce’, locale che possiede una sua storicità locale ed è nato negli anni ’70 con la formula dell’osteria. Dove cibi e pietanze dell’area venivano proposte con la cordialità della gente del mare, condite con il buon vino friulano e rivierasco. All’inizio di via dei Platani, dove viale Europa lascia spazio al nucleo principale della cittadina adriatica, ‘Da Patrizio Alle Bocce’ si trova di fronte al tennis e al minigolf, e dove c’erano i campi da bocce, accanto alla griglia all’aperto che per decenni ha rappresentato una delle attrattive locali, si trova ora l’ampio parcheggio. È in questo locale che Patrizio ha trasferito il modello vincente dell’osteria friulana, anche se specializzata nella cucina di mare.

La luminosa veranda de ‘Le bocce’ è ora racchiusa dalle moderne pareti trasparenti e rappresenta il sito versatile per l’aperitivo, in tarda mattinata come alla sera, ma si trasforma rapidamente per il pranzo veloce o anche per la cena gustata al coperto, ma all’aria aperta. All’interno il bancone del bar, per gli stuzzichini e l’aperitivo veloce o per un buon bicchiere di vino scelto tra le tante etichette del vigneto regionale individuate tra gli amici di Patrizio. La sala del caminetto, ‘gettonatissima’ nella stagione fresca quando lo stesso gestore accende e ravviva il fuoco, assieme al tavolone per gli amici ospita i tavoli destinati alla ristorazione ed è l’area del locale dove degustare al meglio i sapori e i vini che di stagione in stagione, e a seconda del periodo, costituiscono un’attrattiva rappresentativa del gusto della Riviera friulana.

#Rivierafriulana: Patrizio Faidutti tra i primi sostenitori

Un’idea, quella rivierasca, che Patrizio Faidutti, friulano Doc e da sempre frequentatore della cittadina sostiene fin dall’origine, come da sempre egli è paladino delle tradizioni e delle tipicità friulane. I locali che Patrizio ha animato, nella Riviera friulana come accanto, nel contiguo Veneto Orientale, sulla sponda destra del fiume Tagliamento, sono sempre stati frequentati dai vip, da personaggi del mondo della cultura, della politica, dello sport e della società, ma anche del mondo enogastronomico e della ristorazione, tutti accomunati dalla passione per il mare e per la possibilità di re-incontrarvi gli amici di sempre. Nel tempo Patrizio ha così raccolto il bagaglio di esperienze e di conoscenze che arricchiscono la professionalità di un buon ristoratore, e sono per gli ospiti una garanzia della qualità delle materie prime e delle proposte. Così per l’aperitivo a tavola si può giocare tra un Prosecco e la Ribolla Gialla spumantizzata da gustare assieme all’apertura della cucina adriatica e mediterranea. Dall’antipasto caldo, con le sarde fritte e lo spiedo di mazzancolle, al tris di baccalà mantecato su polenta gialla con cappero, oliva o pomodorino secco, al morbido e gustoso polipo con frutti di mare, cozze, vongole, capperi e pomodorini, misticanza. Un bianco fermo, Friulano o Ribolla, assieme ai tagliolini di Patrizio ai frutti di mare, Piatto dell’estate; per passare a un Rosato o a un Pinot nero leggero assieme ai Tagliolini San Daniele. Tra i secondi la scelta è sempre legata alla stagionalità e alla reperibilità, ma se ‘Da Patrizio Alle Bocce’ gioca le sue carte dell’estate sulla cucina di pesce, non mancano i piatti di carne, e allora si passa ai rossi, della Riviera friulana o del Collio, altra realtà dove Patrizio è di casa.

A concludere la cena nel locale, accuditi da personale qualificato e capace di ricreare quel contatto tra il ristorante e gli ospiti che spesso manca in altre realtà, il Tiramisù in versione tradizionale o la Crema cotta, assieme a un profumato Verduzzo rivierasco. #cartadelgusto2023

Carlo Morandini

In riva al #tagliamento sintesi dei sapori che affascinarono #hemingway

Riparte La Vecchia Finanza tra la Calamarata a sorpresa a un Tiramisù delicato e convincente

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Colori, luci e sapori genuini con la rinnovata gestione aziendale di un locale storico di Lignano Riviera

Di là dal fiume… tra gli alberi’: fanno ormai parte della cultura del territorio rivierasco la vita e le opere di Ernest Hemingway, e questa frase, che è il titolo di uno dei romanzi più amati del giornalista-scrittore americano è impressa su un cippo sulla riva sinistra del fiume Tagliamento, a poca distanza dalla foce, a ricordo della sua frequentazione della penisola lignanese.

E’ lì, è accanto al luogo dove si narra #Hemingway avesse tratto ispirazione forse assieme all’amata del luogo per quel suo libro che lancia un ponte ideale oltre il #fiume Tagliamento verso l’ignoto immaginario che allora per lui risuonava ancora degli echi della guerra, che c’è il ristorante ‘La Vecchia Finanza,‘ trattoria con cucina prevalentemente di pesce. Si trova dove originariamente c’era un vecchio sito daziario. Il locale è alla fine del percorso lungomare di Lignano, quasi alla foce del Tagliamento, e ha rilanciato da questa stagione l’attrattività di un’area suggestiva, a poche centinaia di metri dall’estuario del fiume, dove le sue acque placide si mescolano con quelle salmastre dal #mare.

Il locale si trova accanto all’area well-ness del ‘ Campeggio Fra i pini,‘ed è di fronte all’imbarcadero per il traghetto ciclo pedonale verso la sponda veneta e Bibione. L’ampio giardino de La Vecchia Finanza è riservato agli aperitivi e al drink serale, mentre il terrazzo serve per gustare la cucina dello chef toscano Davide Pacelli. Le sale interne hanno un fascino particolate: ricostruiscono l’ambiente dell’epoca nella quale Hemingway soggiornava a Lignano e nella Riviera friulana rafforzando la coreografia dello scenario naturale del quale il fiume è il protagonista, specialmente quando le luci dell’imperdibile tramonto colorano il verde delle sponde. Hanno il sapore dell’architettura rivierasca del dopoguerra del ‘900.

La ripartenza de La Vecchia Finanza , che fa parte del compendio S.i.l. della Famiglia Pozzo, è progettata e seguita da Furio Cepile, manager da decenni attivo a Lignano, in particolare a Riviera, e nella regione: è sempre vicino al cuoco e allo staff per assicurare il servizio più adeguato e atteso dagli ospiti. Il valore aggiunto del locale sono le luci, fino a quella soffusa della luna, mentre i colori sono scelti per rendere vivi gli interni, tra i quali troneggia la sala del caminetto destinata alle degustazioni e al relax, dedicata a Hemingway. Numerose immagini d’epoca collocate alle pareti rievocano la storia di Lignano. I piatti de La Vecchia Finanza sono curati ed eleganti, e tra essi regna l’ingrediente più efficace: la selezione attenta delle materie prime.

Le sale interne, quasi a replicare lo scenario esterno dominato dal placido scorrere del fiume, assicurano riservatezza e la tranquillità per potersi dedicare a piatti che comunicano il gusto semplice ma profondo del mare. L’insalata di mare è interpretata con un gusto fresco e delicato che non trascura la fragranza del polpo né il sapore morbido delle cozze. Pacchero in vaso cottura ai frutti di mare, Piatto dell’estate, è arricchita dai frutti di mare e dai pomodori pachino, e si svela in una inusuale ma efficace proposta: è contenuta e va consumata in un vaso ermetico avvolto nella stoffa per ritardarne il raffreddamento e conservare così la fragranza della proposta.

Tra i secondi, due le opzioni più richieste dell’estate: l’appagante Fritto misto con le verdure di stagione, e la Coda di rospo in rosso, con la quale, anziché il Friulano abbinato ai piatti precedenti, un Merlot rivierasco leggero ci sta. La sorpresa tra dolci di tendenza, come tutti i piatti preparati senza l’impiego di insaporitori o aromi, il Tiramisù come l’avrebbe apprezzato Hemingway, da gustare ammirando il tramonto: savoiardi fatti in casa come la delicata crema al mascarpone e una lieve spruzzata di caffè. Un percorso, quello seguito, oltre che gradevole sostenibile e risultato di un equilibrato dosaggio di ingredienti rivieraschi, adriatici, mediterranei: un po’ la sintesi di elementi che avevano ammaliato Hemingway, e si rivolge a chi desidera ritrovare i sapori della tradizione locale, con un pizzico di contaminazione mediterranea.

#cartadelgusto2023

Carlo Morandini

Risotto San Massimo con bisque di crostacei, aragosta di fondale, burrata liquida e crescione in germoglio

Si mangia gourmet in spiaggia al Playabeach restaurant a Lignano Sabbiadoro nella Riviera Friulana

La #cartadelgusto2023 , la #Rivierafriulana, il #piattoevinoestate2023 con #Lignano e le contaminazioni mediterranee

Al Playabeach Resturant di Lignano Sabbiadoro di Francesco e Cati ,antesignani della cena in spiaggia con i piedi sulla sabbia

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Risotto San Massimo con bisque di crostacei, aragosta di fondale, burrata liquida e crescione in germoglio

Vivere la vacanza al mare per condividerne l’ambiente anche la sera, gustando una cucina di pregio a poche decine di metri dalla riva, mantenendo il contatto fisico con la vellutata sabbia della spiaggia di Lignano Sabbiadoro seduti sull’arenile sul quale è morbidamente adagiato anche il nostro tavolo, illuminato da un gioco di luci destinato a far risaltare lo scenario irreale delle dune. Il Playabeach restaurant nel tratto pedonale del lungomare Marin, si presenta con sale raffinate ispirate all’ambiente e al clima marinaresco, il banco bar affacciato sul passaggio pedonale e ciclabile, e vive la sua vera e affascinante identità sull’altro lato della strada, oltre il quale si ammira la skyline dall’arenile delle isole peri-lagunari della Marinetta, o delle Conchiglie, e di Sant’Andrea, alla costa verso Grado, fino sullo sfondo al Golfo di Trieste e al capoluogo regionale. 

Quando stanno per calare le ombre della sera evidenziando l’irregolarità del manto di sabbia dell’arenile si accendono le luci su uno degli allestimenti più suggestivi della ristorazione lignanese: è il suadente giardino del Playabeach Restaurant adagiato sui fitti granelli della sabbia che come la neve ovatta i rumori e aumenta il benessere nella location lignanese, accompagnando lo sguardo fino alla risacca in riva al mare. 

E’ il sogno di Francesco Rizzi e Cati Cristin, che ormai quasi una ventina d’anni fa passeggiavano spesso in questo tratto della spiaggia di Sabbiadoro, tra gli Uffici spiaggia n. 1 e 2, sognando di far vivere a modo loro uno dei chioschi sull’arenile che già allora dimostravano la loro età. Un’aspirazione che qualche anno fa si è potuta concretizzare, con l’acquisizione del locale e la sua trasformazione in un accogliente sito per la ristorazione di pregio. 

Una magia che si rinnova già da qualche estate, consentendo agli ospiti della città, ma anche a molti lignanesi di vivere un’esperienza rara nell’Alto Adriatico: pranzare e cenare con i piedi adagiati sulla sabbia della spiaggia. 

Coadiuvati da un personale capace di far percepire ai frequentatori del Playabeach restaurant il calore e l’accoglienza di un ambiente casalingo, i due ristoratori sono impegnati a guidare le degustazioni seguendo passo dopo passo i commensali sul cammino del gusto, soppesando gli abbinamenti con i vini di pregio a disposizione nel locale, suggerendo opportunità e proposte golose e bilanciate. 

Nel menù e nella definizione dei piatti ha un ruolo importante la passione di Francesco per le materie prime di qualità con un pizzico di contaminazione mediterranea nel menù, naturale conseguenza dell’esperienza maturata nella sua terra d’origine, la Puglia. Appassionato di calcio e calciatore, Rizzi era arrivato in Friuli richiamato da un posto in squadra in una formazione della Riviera friulana. Qui aveva conosciuto Cati con la quale ha condiviso anche la passione per lo sviluppo della ristorazione dapprima a Lignano Pineta, nel locale di famiglia della compagna, ora anche a Sabbiadoro. Dove Francesco con orgoglio presenza i piatti che ha delineato assieme a Cati e allo chef. Ecco un esempio di menù degustazione Playabeach

L’entrée è rappresentata dalle crudité: lo sashimi di salmone con semi di papavero e mousse di rapa rossa; la tartare di ombrina con frutti di bosco e neve di piselli con l’olio d’oliva Caldera del Garda. Seguiti dal polpo verace su crosta di pane all’aglio, pomodorini confit e pesto di basilico

Dal Risotto di riso San Massimo con bisque di crostacei e aragosta di fondale con burrata liquida e crescione in germoglio, il Piatto per l’estate 2023 della Riviera friulana del Ristorante Playa. Dessert: mignon di mousse di cioccolato e caffè e tiramisù scomposto. I vini in abbinamento, Pinot Bianco, Malvasia carsolina e friulano.

Carlo Morandini

#cartadelgusto2023 #Rivierafriulana #unpiattoeunvinoperlestate : Risotto con bisque’ di crostacei e aragosta di fondale con burrata liquida e crescione in germoglio     

Territorio: arte, ambiente, paesaggio e come leggerli e interpretarli 

Evento formativo a Casa Allegra a Latisana (Ud) a cura dell’ Associazione La Riviera Friulana, ARGA FVG, Club per UNESCO Ud, Italia Nostra 

A Lignano Sabbiadoro il premio ‘Tree cities of the world’ creato da ONU e FAO 

Riprendono gli eventi ideati dall’Associazione culturale La Riviera friulana assieme ad ARGA FVG, con la collaborazione del Club per l’UNESCO di Udine e dell’Associazione Italia Nostra: sabato 29 aprile alle ore 18 a ‘Casa Allegra’, in via Volton, a Pertegada di Latisana (Ud), si terrà un evento formativo sul tema ‘Arte, paesaggio, ambiente: punti di contatto e la loro lettura’. 

L’iniziativa si terrà nel B&B della famiglia Toniatti Giacometti, e segue il corso con crediti formativi per i giornalisti svoltosi alla Galleria La Cantina di Latisana, di proprietà di Giovanni Toniatti Giacometti, sull’argomento ‘Arte e vino’. 

La prima relazione sarà sviluppata da Adriana Ronco Villotta, docente di storia dell’arte, su ‘Dall’arte paesaggistica all’arte ambientale’. Sarà poi la volta di Gabriele Cragnolinidirigente del Corpo forestale regionale e presidente della sezione di Udine di Italia nostra che spiegherà quali sono gli strumenti per ‘Leggere il paesaggi’. 

Mentre Renata Capria D’Aronco, presidente del Club per l’UNESCO di Udine, tratterà del riconoscimento ‘Tree cities of the world’ (‘Città degli alberi nel mondo’) ideato dall’ONU e dalla FAO, che quest’anno premia Lignano Sabbiadoro, Mantova, Padova e Torino. 

In particolare, la presidente Renata Capria D’Aronco si soffermerà su ‘Riviera friulana premiata per il rispetto e la valorizzazione del verde in città’. 

Condurrà l’evento il giornalista Carlo Morandini, presidente dell’Associazione culturale La Riviera friulana e di ARGA FVG. 

Nella parte orientale della Riviera friulana dai Feudi di Romans un vino emblema del territorio

#Rivierafriulana #cartadelgusto2023 : Sontium 2021 Feudi di Romans biglietto da visita

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Enzo Lorenzon ha dedicato una cuvée già affermata nei concorsi al fiume Isonzo

L’Isonzo è il fiume che ha generato la pianura isontina e che di conseguenza ha dato origine anche alle isole del litorale adriatico, tra le quali c’è Grado. Una pianura che è fatta di ghiaie, sabbie, argille, dalle quali pochi avrebbero osato pensare che si sarebbero potuti ottenere grandi prodotti enologici. Fino agli inizi degli anni ’80, nell’area considerata veniva praticata prevalentemente l’agricoltura tradizionale.
Finché la famiglia Lorenzon, su intuizione di Enzo, ha iniziato a diversificare l’attività dell’azienda fondata nel 1974, dedicandosi anche alla viticoltura. Nello stesso periodo il vigneto Friuli stava crescendo esponenzialmente, e i viticoltori facevano a gara per individuare i traguardi possibili di un settore che sarebbe divenuto il biglietto da visita del Friuli Venezia Giulia. 

Nel contempo, gli imprenditori agricoli di quelle che erano chiamate Bassa pianura friulana e Bassa pianura isontina, terre che oggi sono considerate parte delcomprensorio dal più ridente appellativo di Riviera friulana, iniziavano a dedicarsi alla vitivinicoltura, inserendo i loro prodotti nel caleidoscopio enologico nazionale.

Tra i pionieri di questo territorio, Enzo Lorenzon, passo dopo passo, negli ultimi anni coadiuvato dai figli Davide, in cantina, e Nicola, ha caratterizzato le produzioni della sua Azienda Lorenzon, creando I Feudi di Romans, che oggi occupa 70 dei 90 ettari della superficie complessiva aziendale, e ha sede a Pieris di San Canzian d’Isonzo.

Terreni sui quali si sviluppano complessità climatiche caratterizzanti: i terreni già naturalmente sapidi sono accarezzati dalla brezza marina, che si alterna alla freschezza della bora, all’umidità di un retroterra tra le acque fluviali e quelle adriatiche. È in questo habitat che crescono le viti della Doc Friuli Isonzo. 

A coronamento del percorso di crescita de I Feudi di Romans, sono arrivati risultati eccellenti a livello mondiale con il Sauvignon, che si è imposto nel Gotha delle selezioni per i prodotti da questo vitigno, ovvero il Concorso mondiale di Bruxelles, e con Sontium. 

Quest’ultimo è una cuvée ideata dai Lorenzon, che Enzo ha voluto dedicare al fiume al quale l’agricoltura dell’area deve le sue carature. Sontium è il vino che I Feudi di Romans propongono per la Carta del Gusto della Riviera friulana 2023. 

Sontium è il nome che già gli antichi Romani avevano assegnato al fiume, e che per questo ne identifica una vocazione antica allo sviluppo del territorio. Sontium è realizzato con uve selezionate dai vigneti più vecchi dell’Azienda Lorenzon delle varietà di Pinot Bianco, Friulano, Malvasia, con una piccola parte di Gewurztraminer, per dare al prodotto enologico una leggera sapidità e una nota minerale. 

Sontium è un vino di colore giallo paglierino con riflessi dorati, con un bouquet ampio e complesso, con note speziate e di frutta matura, asciutto, armonico. Si abbina efficacemente con i crostacei, il pesce pescato cotto al forno, le carni bianche. L’azienda Feudi di Romans produce ogni anno circa mezzo milione di bottiglie delle varietà che spaziano tra quelle autoctone a quelle internazionali, che raggiungono i degustatori di ventiquattro Paesi: accanto al mercato rivolto ai degustatori italiani, gli Stati Uniti, la Russia, l’Australia, il Brasile, la Cina e il Giappone. 

Carlo Morandini

#Rivierafriulana #cartadelgusto2023 : è il Traminer Campo Viola vendemmia 2020 simbolo di Aquileia

Dalle memorie dell’enogastronomo romano Apicio il vino ‘Pucinum’ gradito nell’impero: bianco o rosso?

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L’Azienda Brojli della famiglia Clementin propone il bianco dal sentore di rosa per il 2023 

Fin dai tempi antichi ad Aquileia si produceva un vino bianco dal bouquet intenso, floreale e complesso, con un fondo di mineralità e lievemente sapido.
Se ne parlava spesso nelle serate de ‘A tavola con gli antichi romani’, un titolo ovviamente eufemistico che sottintendeva appuntamenti di matrice culturale.

Nel caso un circuito di incontri enogastronomici nei ristoranti dell’aquileiese, nel corso dei quali si proponevano ricette ispirate agli scritti di Apicio, il primo cronista enogastronomico conosciuto, risalente all’antica Roma, assieme a interventi rievocativi, allo sviluppo degli esiti di ricerche storiche e archeologiche, al ricordo di frammenti della vita com’era ad Aquileia duemila anni fa. Spesso, dalla lettura dei documenti dell’epoca ridondava la citazione del Traminer prodotto da un vigneto a Viola, la ok piccola frazione del Comune di Aquileia tre chilometri a sud della città romana, a breve distanza dagli argini della laguna di Grado tra Fossa vecchia e la frazione di Belvedere.

Oggi quel vino è ricercato dagli appassionati del Traminer aromatico, ed è realizzato da Vini Brojlidi Aquileia, della famiglia Clementin. Parliamo del Traminer aromatico Campo di Viola, Doc Friuli Aquileia, questa volta della produzione 2021.

Una gradazione alcolica di 13°, sentori floreali di rosa con il gusto intenso, aromatico e persistente con un fondo di mandorla amara.

Le viti vengono coltivate su un terreno prevalentemente argilloso che consente una resa per ettaro ottimale e in linea a quanto previsto dal disciplinare. Per ottenere il risultato migliore, Brojli porta il mosto a fermentazione e maturazione in botti di acciaio inossidabile a temperatura controllata.

Ecco che si abbina a piatti a base di pesce, formaggi a pasta morbida ma si presta anche alle esportazioni perché, è stato riscontrato, si sposa anche con i piatti della cucina orientale.

Dunque, il Traminer Campo Viola, che ha origine nel toponimo che è un’icona per questa varietà, potrebbe sottratte il ruolo di testimonial del gusto dalle memorie dell’antica Roma al Refosco dal Peduncolo Rosso.

È in atto, infatti, un confronto tra gli storici e i ricercatori per comprendere se il mitico ‘Pucinum’ evocato da Apicio fosse un vino da uve a bacca bianca o rossa.

Una disputa che evidenzia il valore storico, culturale, anche agronomico dell’agricoltura aquileiese che ha stimolato la famiglia Clementin a perseguire la strada della crescita e dello sviluppo della qualità. 

La storia ha origine dalla vita di campagna, dall’amore per le terre rivierasche di papà Orlando, a Terzo di Aquileia, dove Franco Clementin ha alimentato la percezione delle potenzialità dell’area, l’intuizione che ha motivato i pionieri della Riviera friulana insistere su terreni apparentemente incoltivabili, ma anch’essi capaci di ricevere un patrimonio viticolo capace di restituire produzioni vinicole di pregio che gli enologi avrebbero poi potuto proporre con eleganza e un adeguato appeal.

È il biglietto da visita dei vini rivieraschi, che ad Aquileia, in via Beligna, la strada che va dalla direttrice sud di Aquileia, verso Grado, a Fiumicello, ha una vetrina particolare alla cantina Brojli, dei Clementin, dove Franco con la moglie Liliana, e il figlio Antonio propongono a turisti e appassionati una linea di vini rappresentativa della viticoltura dell’area. 

Una location suggestiva, quasi una vetrina, un balcone per la degustazione affacciato sulle terre rurali aquileiesi, che ha come skyline la Basilica di Aquileia. Un sito che riesce ad attrarre gli enoturisti che rivolgono la loro attenzione alla Laguna di Grado, all’Isola d’oro, alla Riviera friulana e ci arrivano non soltanto dalle grandi vie di comunicazione, ma ormai anche dalla ciclovia che arriva da oltralpe e dai percorsi ciclabili che costellano la Riviera friulana.

Ma anche, la distanza è breve, risalendo il Natissa che è navigabile con imbarcazioni adeguate fino ad Aquileia

Carlo Morandini              

Rivierafriulana: da Latisana parte formazione triennale per giornalisti FVG

#ciboearte : un soggetto che accomuna una molteplicità di artisti e maestri dell’arte

Appello contro la liberalizzazione dei cibi sintetici  

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Quando l’attualità è il punto nodale della formazione dei professionisti della comunicazione e della informazione. 

Il primo dei corsi riconosciuti dall’Ordine dei giornalisti per il nuovo triennio formativo obbligatorio (2023/2025) nel Friuli Venezia Giulia si è tenuto a Latisana (Ud) alla Galleria Toniatti, e aveva per tema il cibo, letto e raccontato attraverso la ricerca nel mondo dell’arte, la tutela e valorizzazione delle specificità sancita dall’UNESCO, la messa in guardia dall’introduzione di cibi sintetici dal mondo della medicina. Nel porgere il benvenuto ai presenti, Giovanni Toniatti Giacometti, latisanese, personaggio della cultura rivierasca e internazionale, pittore, scrittore, poeta e musicista, si è soffermato sulla sinergia in atto da tempo con l’Associazione culturale La Riviera friulana, il sodalizioorganizzatore dell’evento assieme all’Associazione regionale della stampa agricola, agroalimentare, ambiente e territorio con la collaborazione del Club per l’UNESCO di Udine e dell’Associazione dietisti italiani. 

Il corso è stato aperto dal presidente di ARGA FVG, Carlo Morandini, il quale ha tracciato il filo conduttore degli interventi toccando i temi della salvaguardia dei marchi, dei prodotti tipici, delle denominazioni, delle tipicità, della cultura del territorio e del rischio che una cattiva informazione possa distogliere i cittadini e le lettrici e i lettori, o i radio-telespettatori, dai valori alla base della civiltà contadina. Valori e certezze grazie alle quali oggi possiamo ancora contare su una adeguata qualità della vita e della salute. La prima relazione, quella che ha dato il ‘la’ al corso, è stata sviluppata dalla giornalista Adriana Ronco Villotta, studiosa del mondo dell’arte, che ha accompagnato i corsisti su un itinerario narrato e visivo, articolato tra le pieghe della storia dell’arte, i racconti del Vasari, le immagini dei capolavori pittorici e figurativi di ogni epoca. Fino ai quadri, alle installazioni e opere, pittoriche e non, che sono già nella storia dell’arte o sono esposte nei musei del mondo, dalla National Gallery, al Prado, alla Galleria Guggenheim, e altro ancora. 

Il tutto per spiegare che il cibo, per l’uomo, rappresenta un rapporto non soltanto alimentare e salutistico, ma anche culturale perché stimola negli artisti il desiderio di essere rappresentato nei suoi aspetti più affascinanti.
Quel tipo di rapporto che ha motivato l’UNESCO a inserire la ‘Dieta mediterranea’ tra gli elementi da tutelare in quanto ‘Patrimonio immateriale dell’Umanità. 

I motivi di fondo, gli effetti della scelta di tutela globale sono stati ribaditi da Renata Capria D’Aronco, docente e Presidente del Club per l’UNESCO di Udine. D’Aronco ha ricordato che la ‘Dieta mediterranea’ è parte della nostra vita quotidiana perché è l’essenza della nostra civiltà e della nostra cultura. È l’immagine della crescita di un territorio come quello rivierasco divenuto attrattivo per milioni di persone. Ma è tuttora oggetto di studi, ricerche, approfondimenti scientifici che hanno l’obiettivo di aggiungere elementi al bagaglio della conoscenza. 

A supporto del suo percorso didattico sono intervenuti i docenti Edo D’Agaro e prof.  Rosa dell’Università di Udine, il primo co-autore di un libro sulle specie ittiche autoctone friulane (‘Strategie di conservazione e gestione dei salmonidi autoctoni italiani’) e autore di ricerche sull’alimentazione. 

Proprio sull’alimentazione la relazione di chiusura del corso da parte di Claudio Lucas, medico-dietologo, dell’Associazione dietisti italiani, che tralasciando i dettagli della valenza della ‘Dieta mediterranea’ già noti e consolidati, sui quali, anche se in parte, si erano soffermati i relatori precedenti, ha lanciato un allarme sull’introduzione nell’alimentazione umana dei cibi sintetici: la struttura molecolare degli insetti contiene elementi che non sono assimilabili dall’uomo e possono produrre gravi danni all’organismo. Elementi che entrerebbero nell’alimentazione umana anche se utilizzati nell’alimentazione degli animali perché veicolati dalla catena alimentare. Una posizione condivisa espressamente da ARGA FVG che a tale proposito ha approvato unanimemente un documento un mese fa, a tutela dei sapori tipici locali in quanto baluardo della identità locale e della cultura del territorio, ma anche presidio della salute. 

Una posizione, rispetto alla quale si è espresso nei giorni scorsi il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia con una mozione che sarà condivisa dal Presidente Piero Mauro Zanin con i Presidenti dei Consigli regionali di tutta Italia.

In chiusura Amos D’Antoni, Presidente onorario di ARGA FVG, ha anticipato alcune decisioni dell’Ordine dei Giornalisti rispetto alla formazione permanente ma ha anche ricordato significative esperienze personali nell’area rivierasca e nel mondo rurale, nonché la sua presenza tra i redattori della popolare rubrica radiofonica La vita nei campi, su RAI Radio 1 FVG.

Al termine del corso Giovanni Toniatti Giacometti ha proposto ai presenti una degustazione dei vini delle Aziende agricole Toniatti, che condivide con i fratelli Livia e Roberto. Prosecco, Prosecco Rosé Millesimato, Rosé, Sharif, dedicato a uno dei cavalli vincenti usciti dalle scuderie Toniatti di Latisana (Ud) e San Michele al Tagliamento (Ve) della razza di trottatori Jet. Abbinati a prodotti locali, alle uova sode macerate nell’aceto balsamico, al salame nostrano della norcineria più vicina della Riviera friulana. A confermare l’attenzione delle Aziende Toniatti per il territorio, la sostenibilità, lo sviluppo sostenibile. 

San Valentino… continua!

Sembra quasi una delle frasi chiave di un gioco televisivo, invece rispecchia la realtà in virtù di una ricorrenza centenaria: l’incontro da Lucia Savorgnan e Luigi Da Porto, avvenuto a Udine in quella che oggi è piazza Venerio, allora un palazzo nobiliare, a una festa da ballo carnascialesca il 26 febbraio 1511, 512 anni fa. 

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Al Club per l’UNESCO di Udine il primo adesivo 2023 della Riviera friulana

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È il simbolo della rinnovata appartenenza all’Associazione culturale rivierasca

La consegna del presidente Carlo Morandini alla ‘chair girl’ del Club per l’UNESCO di Udine,Renata Capria D’Aronco.

Il primo adesivo che distingue gli aderenti all’Associazione culturale La Riviera Friulana per il 2023 è stato consegnato al Club per l’UNESCO di Udine, il sodalizio profondamente impegnato a valorizzare la cultura del territorio che sostiene l’idea rivierasca fin dalla sua nascita, avvenuta diciassette anni fa. Il simbolo dell’appartenenza annuale al progetto, che raffigura un’antica mappa del Friuli patriarcale, è stato consegnato dal presidente Carlo Morandini a Renata Capria D’Aronco. Si tratta di una figura emblematica del volontariato culturale friulano, portavoce a livello internazionale dell’organizzazione nata negli anni ’40 per tutelare e valorizzare le ricchezze rappresentate da eccellenze del patrimonio immateriale che sono disseminate sul globo. La D’Aronco assieme al Club per UNESCO di Udine è da sempre presente accanto a La Riviera friulana rivierasco nell’organizzazione e rafforzamento di eventi e iniziative destinate a voce e visibilità alle peculiarità dell’area compresa tra i bacini dei fiumi Tagliamento e Isonzo, tra il litorale e la linea delle risorgive friulane, soprattutto nel lavoro di raccordo e messa in rete delle ricchezze locali di valenza territoriale. Non solo, ma la collaborazione è da sempre attiva anche nelle iniziative e campagne di sensibilizzazione su problemi, pericoli, dubbi, ma anche sulle opportunità derivanti e,o, insite nelle decisioni prese altrove, che sempre più spesso rischiano di incidere, positivamente e non, sulla nostra quotidianità a livello culturale, sociale, di costume, nella qualità della vita e a volte anche sulla salute. È il caso dell’alimentazione, rispetto alla quale il Club per l’UNESCO di Udine si spende prioritariamente a sostegno della Dieta mediterranea, modello nutrizionale scientificamente riconosciuto come salutistico e antitetico ai tentativi di introdurre nei cibi elementi estranei alla nostra tradizione e alle nostre abitudini alimentari. Elementi, che principalmente coincidono con la salute e la qualità della vita. Il Club per l’UNESCO di Udine, ha ricordato nell’occasione il presidente Morandini, vanta un risultato di rilievo internazionale. È infatti stato promotore dei cinque siti Patrimonio dell’umanità che fanno del Friuli Venezia Giulia,la Regione alla quale è stato riconosciuto il maggior numero di siti UNESCO: Aquileia, Cividale, Palmanova, Palù del Livenza, Dolomiti friulane.   

Mirabilia, il patrimonio Unesco che fa volare l’economia

 Il network di cui è partner la Camera di Commercio Pn-Ud mette in rete e sviluppa le imprese dei territori che ospitano siti tutelati come Patrimonio dell’Umanità: in Fvg ben cinque 

 Il Friuli Venezia Giulia sul suo territorio racchiude ben cinque siti tutelati come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco: Aquileia, Cividale, le Dolomiti friulane, Palmanova e Palù di Livenza.

Con la forza di questa preziosa presenza, la Camera di Commercio Pordenone-Udine ha aderito fin dalla nascita al network nazionale (e internazionale) Mirabilia. Di che cosa si tratta?

Le Camere di commercio – che in Italia rappresentano un esempio di rete diffusa con medesimi standard di efficienza – hanno deciso di creare un network tra economie di città che ospitano siti Unesco, con la voluta eccezione di quelli già universalmente noti, per promuoverli in maniera coordinata e strutturata ai turisti italiani e stranieri.

Il progetto camerale Mirabilia è nato dopo un primo esperimento nel 2012 dal titolo UniamoUnesco, allargatosi nel 2014 a dieci città: Brindisi, Genova, L’Aquila, La Spezia, Matera, Perugia, Salerno, Udine, Vicenza e Padova. 

L’idea che sottende alla rete Mirabilia è proprio quella di utilizzare la potenza attrattiva dei siti Unesco per accrescere il turismo nei territori, con ciò espandendo i benefici innanzitutto alle economie affini all’ospitalità pura, come quelle della cultura, dei servizi, della creatività, per apportare un beneficio più ampio e complessivo all’intera economia delle aree coinvolte. 

Mirabilia mette in collegamento, per la prima volta, aree accomunate dall’importanza storica, culturale ed economica.
L’intento di fondo è arrivare a creare innovativi pacchetti turistici pensati su misura per collegare fra loro le destinazioni Mirabilia, con offerte differenziate per tre diverse durate: week-end, week-end lungo e settimana.

Si permette inoltre alle imprese del turismo culturale di incontrare buyer e operatori turistici di tutto il mondo tramite incontri B2b come la Borsa del turismo culturale – ospitata a turnazione nelle città partner di Mirabilia, che ha toccato anche Udine nelle scorse annualità. 

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Lignano Sabbiadoro è sempre tra le prime realtà a sostenere l’idea rivierasca

. La capacità di mettersi in rete e di interagire con il retroterra è da alcuni anni considerata uno degli elementi prioritari dello sviluppo e della valorizzazione del territorio rivierasco come della città balneare e del suo litorale. Programmi, attività, iniziative considerano le potenzialità attrattive di un’offerta integrata e articolata, tale da assecondare con efficacia le aspettative di un pubblico vasto, ma anche quelle dei turisti più attenti agli aspetti peculiari e alle chicche iconiche presenti assieme alle ricchezze tradizionali delle lunghe spiagge adriatiche. A credere fin dalla sua fase germinale nell’idea rivierasca è l’assessore comunale al Turismo di Lignano, Massimo Brini. Il quale, oltre a sostenere e a partecipare a tutte le attività della Associazione culturale La Riviera Friulana, anche sulla scorta delle esperienze maturate invita dal suo mandato le attività e gli operatori del retroterra a presentarsi nella città balneare per offrire agli ospiti di Lignano in presenza uno spaccato delle ricchezze che compongono la Riviera friulana.

Traminer e Riesling, vista basilica romanica e in bici fino alle rive del Tagliamento dove sostò Hemingway

La sapidità dei vini dove l’acqua salmastra affiora tra le vigne e una terrazza dal sapore germanico a Pineta

Da Grado ad Aquileia (Ud), antica città romana con i resti che ci testimoniano l’antica civiltà forse meglio conservati del Nord Italia, seguendo il percorso che per le vie carriabili affrontavano i legionari per rientrare nella capitale dell’Impero, e accanto al fiume Natissa, lungo il quale nel secolo scorso si è sviluppata un’attività cantieristica per grandi sloop a vela di fama internazionale che i fondatoricome Rinaldo Puntin ricorda a cinquant’anni dalla fondazione. 

Fiume, che consentiva ai Romani di trasportare le merci fatte arrivare al porto di Aquileia per la via Annia e le strade consolari dalle Alpi, in barca fino all’Adriatico attraversando anche la Laguna di Grado. Prima di Aquileia si arriva in via Beligna, la strada quasi interamente rettilinea che porta a Fiumicello, il paese delle pesche, ma dove si incontra subito l’azienda vitivinicola Brojli, della famiglia Clementin

Originata dall’attività agricola di nonno Orlando, a Terzo di Aquileia (Ud), è stata sviluppata dapprima nel Comune contiguo dal figlio Franco. 

Oggi ad Aquileia valorizzando un preesistente fabbricato agricolo per farvi, accanto alla cantina il punto degustazione che si avvale di un suggestivo plateatico sul prato esterno, con sullo sfondo la skyline impagabile dell’antica basilica di Aquileia. 

Franco, oggi assieme al figlio Antonio in cantina, alla moglie Liliana e alla figlia Sveva ha valorizzato i vitigni autoctoni accanto a quelli internazionali, sempre richiesti soprattutto dai numerosi turisti austriaci e tedeschi che arrivano fin qui anche dalla ciclabile raccordata con la Ciclovia 1, Alpe Adria, e la direttrice per Grado

Con gli asparagi di Fossalon, terreni sabbiosi a pochi chilometri di distanza da qui, Franco e Antonio suggeriscono il Traminer Campo di Viola, un sito che si ritiene coltivato a vite già dai romani, vino presente sulla Carta del gusto della Riviera friulana

Oppure un più minerale ma bilanciato e sapido Riesling. 

Rotta verso la foce del Tagliamento dove Hemingway fu incantato dal grande fiume

Sul versante opposto dell’area da noi considerata, sulle rive del Tagliamento, dove lo scrittore americano Ernest Hemingway trascorreva parte del suo tempo ad ammirare lo scorrere delle acque del fiume Tagliamento, il limite imposto delle acque tra le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, Alla Vecchia Finanza, del complesso della Sil, Società Imprese Lignano di Renzo Pozzo, si affaccia tra il fiume e la sua foce nell’Alto Adriatico. 

Il menù del locale privilegia il pesce, ma c’è spazio anche per chi desidera altri percorsi gastronomici o si sofferma per l’aperitivo, magari nel pomeriggio ammirando le colorazioni particolari che assume il fiume con le luci del tramonto. 

Come abbiamo riportato sulla Carta del Gusto della Riviera friulana qui si arriva facilmente anche dal Veneto e ‘perfino’ da Sabbiadoro in bicicletta. 

Questo è infatti il ‘terminal’ del percorso ciclabile che scende lungo la riva sinistra del Tagliamento, di quello che arriva da Sabbiadoro attraversando la pineta del Villaggio Bella Italia lungo la pista aperta a tutti, ma da qui si può ripartire per un’altra avventura sui pedali, verso il Veneto Orientale, parte della Riviera friulana in quanto terre friulanofone, fino a Bibione e proseguire oltre, a vedere la Vallevecchiadove vi sono resti romani, la Brussa, e lungo la costa a Caorle, Jesolo, o nell’entroterra, magari accanto a canali come la Litoranea Veneta, che è parte di un percorso navigabile che risalendo per l’ultimo tratto il fiume Po ci può portare in gommone o con una imbarcazione medio-piccola, fino a Torino. 

Tra Latisana e Lignano il salmastro affiora tra le vigne e regala sapidità ai vini

Ma rimaniamo in Riviera per dedicarci al territorio della Bassa friulana, che ne fa parte. Una denominazione che deriva dalla dominazione austroungarica su queste terre, periodo che ha lasciato traccia tutt’oggi nella topografia ufficiale. 

Lungo la strada regionale 354, già Ss, a Pertegada in Comune di Latisana, alle porte di Lignano, Guido Lorenzonetto, come altri lungimiranti operatori che si contano con le dita di una mano, aveva visto lungo pensando di sviluppare terre inizialmente aride e abbandonate, e che invece oggi generano vigneti dai quali si ricavano vini premiati nei concorsi regionali e internazionali. 

Guido ancora presente anche in campagna, e suo figlio Marco, in cantina, in una nuova cantina dotata delle tecnologie più avanzate, hanno saputo esaltare i sentori di un’area inizialmente eletta alla sola cerealicoltura, poi alla pioppicoltura. 

Una terra di confine che conduceva al mare, alla spiaggia dorata di Lignano. A confermare la sua lungimiranza gli stessi terreni che regalano quel pizzico di sapidità dal quale i vini, anche rossi, ricavano quel sentore aggraziante e delicato che richiama la vicinanza dell’Alto Adriatico. 

Infatti, in una vigna a poca distanza dalla sede aziendale in periodi particolari affiorano i sali delle falde di acqua salmastra che dal mare si estendono fino all’interno del retroterra, tanto da regalare ai terreni coltivati un aspetto biancastro e luccicante, come una lieve nevicata. 

Su questo terreno crescono le viti che hanno consentito di produrre Lis Blancjuris (le biancure in lingua friulana), un rosso Cabernet e Refosco dal Peduncolo Rosso completo e complesso, ma morbido e suadente, adatto per arrosti e carni o formaggi strutturati. 

Dopo esserci intrattenuti con Guido, Marco, salvo che sia in cantina, sua madre Ornella, la sorella Mara o con Chiara, la moglie di Marco, tutti esaurienti teacher delle carature del territorio, e avere assaggiato alcuni prodotti tipici locali da sposare al nostro Lis Blancjuris, rotta verso Lignano Pineta (Ud). 

Obiettivo un ristoro dal sapore germanico alla Terrazza Cortina, gelateria, paninoteca, cocktail bar, in Raggio del bisato, dove lo strudel con la ricetta tedesca di mamma Cornelia e il gelato della figlia Lucia sanno assecondare le attese di grandi e piccini. 

Una location che si apprezza tutto l’anno perché sempre aperto, ma soprattutto all’arrivo della primavera, perché diviene interamente fruibile il grande terrazzo esterno, dove si possono degustare anche le piadine con prodotti del territorio, sempre di Lucia, e le altre proposte che nel tempo hanno saputo fidelizzare una clientela eterogenea ma affezionata.

Carlo Morandini