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Traminer e Riesling, vista basilica romanica e in bici fino alle rive del Tagliamento dove sostò Hemingway

La sapidità dei vini dove l’acqua salmastra affiora tra le vigne e una terrazza dal sapore germanico a Pineta

Da Grado ad Aquileia (Ud), antica città romana con i resti che ci testimoniano l’antica civiltà forse meglio conservati del Nord Italia, seguendo il percorso che per le vie carriabili affrontavano i legionari per rientrare nella capitale dell’Impero, e accanto al fiume Natissa, lungo il quale nel secolo scorso si è sviluppata un’attività cantieristica per grandi sloop a vela di fama internazionale che i fondatoricome Rinaldo Puntin ricorda a cinquant’anni dalla fondazione. 

Fiume, che consentiva ai Romani di trasportare le merci fatte arrivare al porto di Aquileia per la via Annia e le strade consolari dalle Alpi, in barca fino all’Adriatico attraversando anche la Laguna di Grado. Prima di Aquileia si arriva in via Beligna, la strada quasi interamente rettilinea che porta a Fiumicello, il paese delle pesche, ma dove si incontra subito l’azienda vitivinicola Brojli, della famiglia Clementin

Originata dall’attività agricola di nonno Orlando, a Terzo di Aquileia (Ud), è stata sviluppata dapprima nel Comune contiguo dal figlio Franco. 

Oggi ad Aquileia valorizzando un preesistente fabbricato agricolo per farvi, accanto alla cantina il punto degustazione che si avvale di un suggestivo plateatico sul prato esterno, con sullo sfondo la skyline impagabile dell’antica basilica di Aquileia. 

Franco, oggi assieme al figlio Antonio in cantina, alla moglie Liliana e alla figlia Sveva ha valorizzato i vitigni autoctoni accanto a quelli internazionali, sempre richiesti soprattutto dai numerosi turisti austriaci e tedeschi che arrivano fin qui anche dalla ciclabile raccordata con la Ciclovia 1, Alpe Adria, e la direttrice per Grado

Con gli asparagi di Fossalon, terreni sabbiosi a pochi chilometri di distanza da qui, Franco e Antonio suggeriscono il Traminer Campo di Viola, un sito che si ritiene coltivato a vite già dai romani, vino presente sulla Carta del gusto della Riviera friulana

Oppure un più minerale ma bilanciato e sapido Riesling. 

Rotta verso la foce del Tagliamento dove Hemingway fu incantato dal grande fiume

Sul versante opposto dell’area da noi considerata, sulle rive del Tagliamento, dove lo scrittore americano Ernest Hemingway trascorreva parte del suo tempo ad ammirare lo scorrere delle acque del fiume Tagliamento, il limite imposto delle acque tra le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, Alla Vecchia Finanza, del complesso della Sil, Società Imprese Lignano di Renzo Pozzo, si affaccia tra il fiume e la sua foce nell’Alto Adriatico. 

Il menù del locale privilegia il pesce, ma c’è spazio anche per chi desidera altri percorsi gastronomici o si sofferma per l’aperitivo, magari nel pomeriggio ammirando le colorazioni particolari che assume il fiume con le luci del tramonto. 

Come abbiamo riportato sulla Carta del Gusto della Riviera friulana qui si arriva facilmente anche dal Veneto e ‘perfino’ da Sabbiadoro in bicicletta. 

Questo è infatti il ‘terminal’ del percorso ciclabile che scende lungo la riva sinistra del Tagliamento, di quello che arriva da Sabbiadoro attraversando la pineta del Villaggio Bella Italia lungo la pista aperta a tutti, ma da qui si può ripartire per un’altra avventura sui pedali, verso il Veneto Orientale, parte della Riviera friulana in quanto terre friulanofone, fino a Bibione e proseguire oltre, a vedere la Vallevecchiadove vi sono resti romani, la Brussa, e lungo la costa a Caorle, Jesolo, o nell’entroterra, magari accanto a canali come la Litoranea Veneta, che è parte di un percorso navigabile che risalendo per l’ultimo tratto il fiume Po ci può portare in gommone o con una imbarcazione medio-piccola, fino a Torino. 

Tra Latisana e Lignano il salmastro affiora tra le vigne e regala sapidità ai vini

Ma rimaniamo in Riviera per dedicarci al territorio della Bassa friulana, che ne fa parte. Una denominazione che deriva dalla dominazione austroungarica su queste terre, periodo che ha lasciato traccia tutt’oggi nella topografia ufficiale. 

Lungo la strada regionale 354, già Ss, a Pertegada in Comune di Latisana, alle porte di Lignano, Guido Lorenzonetto, come altri lungimiranti operatori che si contano con le dita di una mano, aveva visto lungo pensando di sviluppare terre inizialmente aride e abbandonate, e che invece oggi generano vigneti dai quali si ricavano vini premiati nei concorsi regionali e internazionali. 

Guido ancora presente anche in campagna, e suo figlio Marco, in cantina, in una nuova cantina dotata delle tecnologie più avanzate, hanno saputo esaltare i sentori di un’area inizialmente eletta alla sola cerealicoltura, poi alla pioppicoltura. 

Una terra di confine che conduceva al mare, alla spiaggia dorata di Lignano. A confermare la sua lungimiranza gli stessi terreni che regalano quel pizzico di sapidità dal quale i vini, anche rossi, ricavano quel sentore aggraziante e delicato che richiama la vicinanza dell’Alto Adriatico. 

Infatti, in una vigna a poca distanza dalla sede aziendale in periodi particolari affiorano i sali delle falde di acqua salmastra che dal mare si estendono fino all’interno del retroterra, tanto da regalare ai terreni coltivati un aspetto biancastro e luccicante, come una lieve nevicata. 

Su questo terreno crescono le viti che hanno consentito di produrre Lis Blancjuris (le biancure in lingua friulana), un rosso Cabernet e Refosco dal Peduncolo Rosso completo e complesso, ma morbido e suadente, adatto per arrosti e carni o formaggi strutturati. 

Dopo esserci intrattenuti con Guido, Marco, salvo che sia in cantina, sua madre Ornella, la sorella Mara o con Chiara, la moglie di Marco, tutti esaurienti teacher delle carature del territorio, e avere assaggiato alcuni prodotti tipici locali da sposare al nostro Lis Blancjuris, rotta verso Lignano Pineta (Ud). 

Obiettivo un ristoro dal sapore germanico alla Terrazza Cortina, gelateria, paninoteca, cocktail bar, in Raggio del bisato, dove lo strudel con la ricetta tedesca di mamma Cornelia e il gelato della figlia Lucia sanno assecondare le attese di grandi e piccini. 

Una location che si apprezza tutto l’anno perché sempre aperto, ma soprattutto all’arrivo della primavera, perché diviene interamente fruibile il grande terrazzo esterno, dove si possono degustare anche le piadine con prodotti del territorio, sempre di Lucia, e le altre proposte che nel tempo hanno saputo fidelizzare una clientela eterogenea ma affezionata.

Carlo Morandini