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Riviera Friulana: pronti alla ripartenza con un progetto di rilancio alle porte del mare

Lorenzonetto Cavalier Guido pronta alla ripartenza per consolidare la proposta

Nel ‘lockdown’ conclusi i lavori della nuova cantina sempre lungo la SR 354 per Lignano

È tutto pronto per la ripartenza, a Bevazzana di Latisana, accanto alla Strada regionale 354, all’Azienda vitivinicola LorenzonettoCav. Guido. La nuova cantina e le sale degustazione inserite nella campagna vitata attendono la ‘riapertura’ dalle norme anti pandemia per poter essere messe a disposizione del grande pubblico dei degustatori, e dei visitatori e ospiti della Riviera friulana. È infatti una viticoltura dall’origine resiliente, che trae l’esperienza da un percorso lungo e partecipato. È la viticoltura che ha saputo perseguire e raggiungere obiettivi di qualità pur essendo partita da territori sui quali negli anni ’70 ben pochi avrebbero voluto scommettere. Tra sabbie, ghiaie, terreni con le zolle intrise di sapidità non era facile intravvedere i futuri filari dei vitigni autoctoni e internazionali capaci di produrre vini di pregio e affermati tra degustatori e gourmet anche all’estero. Tra gli imprenditori lungimiranti, Guido Lorenzonetto ha puntato sulle superfici agrarie, che sarebbero divenute terreni vitati, nella porzione più a sud del vigneto Friuli, ai limiti allora considerati della Riviera friulana rappresentati dal fiume Tagliamento e dalla Litoranea veneta. Da pochi anni Latisana e Lignano erano unite da un ponte stabile lungo quella che sarebbe divenuta la Ss 354, ora regionale. E sempre da pochi anni Lignano Sabbiadoro era divenuta un Comune. Elementi che potevano fuorviare il passante distratto e distoglierlo dalla percezione dei valori di un sito, qual è l’azienda Lorenzonetto, che sarebbe in pochi anni divenuto strategico. Da lì, migliaia di turisti, soprattutto stranieri, hanno imparato a conoscere e riconoscere le carature del Vigneto Friuli Venezia Giulia e del Vigneto Italia. A confermare che la scelta dei Lorenzonetto non fu un caso, il ruolo che dagli anni ’70 ha svolto il Cavalier Guido in qualità di animatore delle terre rivierasche e della realtà enogastronomica lignanese. Che oggi è amplificato dal figlio Marco, assecondato dalla moglie Chiara, e dalla figlia Mara. Un ruolo spesso trainante anche nei confronti delle realtà analoghe dell’area, svolto valorizzando nel contempo le potenzialità dei prodotti viticoli che Marco, in cantina, segue passo dopo passo, anche assecondando, all’occorrenza, le richieste e tendenze di mercato. Creando una linea di prodotti enologici completa, rivolta ai consumatori occasionali come ai più esigenti assaggiatori di vini locali e autoctoni. Alla soglia degli ottant’anni, Guido Lorenzonetto si è trovato a vivere un’esperienza che nella sua lunga carriera di viticoltore e agricoltore, perché l’Azienda lavora le campagne anche per prodotti orticoli e cerealicoli, non aveva ancora mai vissuto: il ‘black out’ della pandemia. Il blocco totale delle relazioni, degli spostamenti, dei traffici, della vita di relazione, sociale. Ma soprattutto degli spostamenti turistici. La sala degustazione, ampio e accogliente, realizzata all’esterno e dinnanzi alla cantina, primo punto di approccio per i visitatori che dalla strada regionale 354, superato il caratteristico portale accanto al trafficato tratto stradale tra l’autostrada A4, la Statale 14 ‘Triestina’ e il sistema viario rivierasco verso Lignano, pur essendo sempre attrattiva non rispondeva alle attese di progetti proiettati al futuro e di ulteriore crescita. Così, nonostante la situazione non facile, ecco il progetto della nuova cantina, più ampia e adatta allo sviluppo della produzione e alla qualità crescente, e dei nuovi locali per la degustazione, l’assaggio, i meeting che sono il presupposto della crescita e dell’innovazione. Locali, che appena le prescrizioni anti-pandemiche cadranno,saranno messi a disposizione del pubblico, per degustare i vini dell’Azienda agricola Lorenzonetto Cav. Guido, tra i quali spicca la Malvasia, prodotto sincero ed equilibrato, caratterizzato dalla leggera sapidità conferita dai terreni e dall’aria arricchita dalla brezza marina, ripulita nelle giornate invernali dalla gelida bora. Un vitigno importante per le terre rivierasche, perché essendo tra i più resistenti ha consentito di affermare la viticoltura anche su terreni difficili, magri, sui quali scarseggiano le risorse idrica. Ma sui quali i Lorenzonetto hanno saputo far crescere filari di viti oggi ingentiliti dai roseti, silenti sentinelle della salute delle piante. Accanto alla Malvasia, il Friulano e il Pinot Grigio rappresentano il trait d’union con la viticoltura dei vini spumanti. Dal Prosecco, al Brut, al Rosè Cuvèe Dry, che in omaggio alla friulanità di parte delle terre del Veneto orientale è realizzato con le uve di Raboso. Uve, che gli conferiscono un grande equilibrio, e viste le terre di produzione una leggera sapidità adatta all’abbinamento con i piatti di pesce, anche importanti o più grassi, come l’anguilla, l’esclusivo ‘bisato in speo’ dalla tradizione della pesca maranese. Sempre tra gli sparkling, c’è poi la versione spumantizzata dell’armonica Ribolla Gialla, preparata Extra Dry, accanto al Prosecco DOC Millesimato Extra Dry, e al Prosecco DOC Brut Spumante. Tra i bianchi fermi ci sono il fresco Chardonnay, e per il dessert il Verduzzo, e il Moscato in versione spumantizzata. Tra i rossi trova spazio la tradizione delle uve autoctone friulane, come il Franconia, il Malbech, il Refosco dal Peduncolo Rosso, il Merlot, il Cabernet Franc. Tra gli uvaggi,ecco Li Blancjuris, il nome in omaggio ai terrei cangianti di sassi alluvionali che si scorgono in prossimità del corso del fiume Tagliamento, e il Rosso dei Picchi. Una linea di prodotto che nasce dalla grande passione di Guido, assecondata da Marco in campagna e in cantina, da Mara, alle degustazioni e alla promozione, e sostenuta alimentata da mamma Ornella. E che trova riscontro nel lavoro quotidiano del team tutto familiare. Che parte della campagna, dove Guido trascorre la prima parte della giornata, seguendo assieme a Marco tutte le fasi dello sviluppo agronomico della vite, a partire dalla messa a dimora delle barbatelle per le nuove varietà, fino alle analisi di laboratorio,eseguite nella nuova struttura per tenere costantemente sotto controllo l’evoluzione dei mosti e del vino fino all’imbottigliamento.

Carlo Morandini