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Riviera Friulana dopo l’emergenza: come sarà il mondo del gusto? (7.puntata)

 

La ristorazione rivierasca per la ripartenza e “da Aligi” di Porpetto inizia con il delivery

Consegna a domicilio in attesa dell’asporto deciso da Clia ed Ezio Grop

La ristorazione rivierasca freme in attesa della ripartenza. L’avvicinarsi della bella stagione riscalda ancor di più il calore che emana dalle aspettative di un’estate densa di incertezze. Sul quando le attrattive del territorio potranno ritornare a pieno regime, o almeno potranno essere nuovamente operative. Sul come ci si potrà e si dovrà attrezzare per accogliere ospiti che per il momento non si sa da dove e quando potranno arrivare. L’unica certezza che rimane agli operatori, dalla ristorazione ai bed & breakfast, alle aziende vitivinicole, così come quelle agroalimentari di pregio ormai attrezzate per poter offrire ai degustatori e ai turisti più attenti un ambiente e location adatte per consentire di apprezzare al meglio sapori e profumi dell’area, è per il momento offerta dalla possibilità di puntare alla propria realtà.

Il che, di per sé, non rappresenta una novità in assoluto. La gran parte delle attività che oggi rappresentano le carature dell’offerta locale è nata e si è sviluppata partendo dal proprio territorio. Dapprima condividendo con gli amici la scoperta delle occasioni offerte del mondo rurale del posto, per poi allargarsi alle realtà presenti nell’intero Friuli Venezia Giulia.

Divenendo animatori delle terre rivierasche. Pionieri di un percorso che una Regione speciale, anche nel gusto, si è saputa creare passo dopo passo, stagione dopo stagione, campagna agraria dopo campagna agraria. Fino a divenire un riferimento dei sapori, dell’accoglienza, dell’attrattività riconosciute a livello globale da esperti, media, turisti.

I quali, questi ultimi, oggi sono bloccati nelle loro realtà con problemi analoghi a quelli che anche noi stiamo vivendo. Però, a un certo punto, dalla quarantena bisogna ripartire. Per gradi, come è e sarà consentito, per evitare che il rischio vissuto si possa rinnovare e amplificare. Ora è concesso ai ristoratori di consegnare il cibo a domicilio. Ovviamente, la consegna dev’essere sostenibile.

Ovvero, il numero di utenti che richiedono il servizio dev’essere sufficiente a coprire le spese della materia prima, della preparazione, della consegna. “Inizialmente non volevamo farlo – commenta Clia Grop, della Tavernetta da Aligi di Porpetto – ma l’attesa fino all’1 giugno per la ripartenza era troppo lunga”. Così, d’accordo con il fratello Ezio, chef friulanissimo in cucina, e con lo staff del ristorante tutto al femminile, compresa la sorella Mari, ha deciso di partire nelle modalità consentite.

Ovvero per ora la consegna a domicilio. E già dal primo giorno, si può prenotare dal lunedì al sabato per il giorno dopo, sono partite le richieste. “Questa settimana – spiega Clia – è consentito anche venire a prendere i piatti al ristorante, ma solamente a chi risiede nello stesso nostro Comune; per tutti gli altri possiamo assicurare la consegna a domicilio”. Le cose cambieranno parzialmente dal 4 maggio, perché, precisa –“la consegna del cibo per asporto sarà consentita anche alle persone che non risiedono nel Comune del ristorante”.

Clia Grop non nasconde l’amarezza per i mesi perduti senza poter lavorare, con il ‘lockdown’ scattato appena dopo il mese dedicato alla Tavernetta, da oltre cinquant’anni agli Innamorati della cucina a base di carni suine.

Che anche questo inverno aveva fatto registrato il consueto riscontro tra degustatori, gourmet, appassionati e curiosi del territorio e del gusto che esso promana. Anche perché tutto questo tempo, a Ezio, che in cucina ha sempre saputo interpretare la maestria tra i fornelli di mamma Elsa e le indicazioni dell’indimenticabile papà Aligi, è servito per implementare una cucina garbata, affascinante perché trasmette emozioni in chiave moderna, senza trascurare il messaggio presente nel DNA dei ristoratori e operatori dell’area, che è la sintesi delle tradizioni e delle qualità del territorio. Ma l’amarezza di Clia si amplifica al pensiero che l’affezionata clientela non si potrà soffermare nel locale tra i più amati della Riviera friulana e non solo.

Potrà soltanto entrare, prelevare i piatti, pagare, lasciare posto ai clienti successivi. Per ora, quindi, la Tavernetta da Aligi sarà privata del consueto vociare da osteria che è il prodromo delle serate a tavola. Che si diffondeva dal bar all’ingresso fin verso le sale del ristorante.

Nel frattempo, gli appassionati, i desiderosi di riprovare l’emozione del gusto della tradizione negata per un paio di mesi dalla situazione contingente, si potranno ricalare tra i sapori del territorio.

Navigare in un menù a cavallo tra la cucina delle terre rivierasche, l’essenza dell’Alto Adriatico e la stagionalità.

Potranno scegliere tra assaporare il salame prodotto dal ristorante; rotolini di crespelle al ragù di anatra; lasagne con gli asparagi ed erbe spontanee; trippa alla parmigiana. Oppure seppie in umido; baccalà alla vicentina; coniglio disossato e arrotolato. E per finire: strudel di mele; biscotti; vino della casa.

Carlo Morandini

(7 segue)