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Riviera friulana: dal solco della tradizione all’innovazione con i vini bio a Pieris

La famiglia Lorenzon inserisce nei Feudi di Romans i Vitigni resistenti

Basso impatto ambientale in vigna e valorizzazione del carattere del vitigno

Sempre avanti e al passo con i tempi, seguendo un ruolino di marcia che negli anni ha consentito a Enzo Lorenzon di ricavare vini da Gran premio dai terreni magri del bacino dell’Isonzo, nella pianura isontina, i Feudi di Romans aggiungono alle prodizioni già blasonate anche il Bio.

E lo fanno con i Vitigni resistenti. Si tratta della nuova generazione di viti ideate dall’Università di Udine per scongiurare l’uso dei pesticidi in vigna. Ma anche per ridurre al minimo indispensabile l’utilizzo del solfato di rame. Anche dopo il maltempo dell’estate.

Infatti, è sufficiente che una grandinata colpisca la vigna per scatenare gli attacchi fungini della peronospora e dell’oidio, che si insinuano e sviluppano nelle ferite procurate alla buccia degli acini dai chicchi di grandine. Il rame, anche sotto forma di solfato di rame, è un metallo pesante.

E le sue tracce possono rimanere nelle uve. Ecco quindi che la scelta delle Varietà resistenti indica la volontà di Enzo, Davide e Nicola Lorenzon di consentire ai terreni vitati, al territorio isontino di esprimere appieno le proprie potenzialità. Vino biologico, perché è una delle nuove frontiere del mondo enoico, e si propone ai gourmet, ai degustatori come al grande pubblico come un’occasione per degustare la genuinità, l’essenza del territorio e la sintesi dell’impegno e del lavoro di ricerca del viticoltore per dare il meglio delle sue possibilità.

Per fare questo, i Lorenzon, dopo avere dedicato un loro blend, ‘Sontium’, al fiume che ha dato tanto, hanno scelto di produrre i bianchi Soreli, Sauvignon Kretos e Sauvignon Rytos su due ettari di nuova vigna, nel segno della sostenibilità ambientale.

Piantando le nuove viti, a Cassegliano, contemporaneamente a vitigni tradizionali sistemati su altri cinque nuovi ettari di vigneto. Ora la superficie vitata de I Feudi di Romans ha raggiunto i settanta ettari di superficie, dai quali l’azienda di San Canzian d’Isonzo ricava 500 mila bottiglie l’anno. Un’altra tappa verso la qualità garantita dalla scelta di diradare vigneti maturata anche dopo recenti episodi di maltempo, per puntare sempre all’eccellenza della produzione.

Proseguendo l’azione ininterrotta di sviluppo dell’azienda fondata nel 1974, perseguita da Enzo Lorenzon. Al quale ormai da diversi anni si sono affiancati i figli Davide, enologo e responsabile della produzione, e Nicola, direttore commerciale e del marketing. Tra i nuovi Vitigni resistenti, i Lorenzon, per il 2021 segnalano alla Carta del Gusto della Riviera friulana il Soreli, che geneticamente deriva dal Friulano, già Tocai friulano. Che assicura nel vino omonimo un ampio spettro aromatico con evidenti note di ananas e frutta tropicale. Adatto a produrre in taglio con Fleurtai, altra varietà dei Vitigni resistenti che nasce dal Friulano, un vino bianco di buona struttura, equilibrato, di ottima sapidità e persistenza. Soreli ha già vinto la medaglia d’argento all’International Piwi Wine Avard. Ora la parola spetta ai gourmet e ai degustatori.

Carlo Morandini