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RIVIERA FRIULANA: LA RICCHEZZA DI UN TERRITORIO SI PRESENTA AGLI SPECIALISTI DELL’ACCOGLIENZA DI TUTTA ITALIA, DELLA SVIZZERA E DI MONTECARLO

gradoATTRAVERSO LA MONOGRAFIA E IL NUOVO SLIDE SHOW LA REALTA’ RIVIERASCA PRESENTATA CON LA CARTA DEL GUSTO AI MAITRE DELL’AMIRA DEL GRAND PRIX FLAMBE’ A GRADO

Ha suscitato attenzione e vivo interesse la realtà turistica della Riviera Friulana, presentata ai maitre di tutta Italia, della Svizzera e di Montecarlo. Nonché ai vertici nazionali dell’Amira, riuniti in questi giorni a Grado, al Grand Hotel Astoria, per scegliere l’aspirante maitre più brava nell’arte del flambé.

Si tratta della tecnica di preparare cibi cotti ‘alla lampada’, con l’apposito fornello di rame, sprigionando innocue ma coreografiche fiammate sotto gli occhi dei commensali. Non soltanto crepes, ma anche primi piatti e altro. Che negli hotel stellati fanno la differenza e sanno attrarre il pubblico più attento e qualificato. Che rimane sempre ammaliato da questo procedimento. I maitres, in particolare, sono quelle figure capaci di girmorboemomediare tra il locale, ristorante e hotel, e la clientela. Sono il simbolo dell’accoglienza per antonomasia. Coloro che debbono fare stare al meglio a proprio agio gli ospiti. Senza loro far mancare nulla, nemmeno per un istante. Nemmeno quanto essi si aspetterebbero di ottenere dal locale. e, magari, anche di più.

L’appuntamento gradese con l’Amira è ormai divenuto un classico per la ricettività e la ristorazione a livello nazionale. Quest’anno, come hanno specificato Giacomo Rubini, vicepresidente nazionale dell’Amira e maitre del Grand Hotel Astoria, e Antonio Boemo, giornalista gradese che cura la parte logistica della manifestazione, la sfida si è giocata tutta ‘in rosa’. E non a caso a cavallo della ricorrenza della Festa della donna.

E’ stato ai responsabili delle regioni italiane, e delle realtà estere collegate all’Amira tricolore, che Carlo Morandini, giornalista e scrittore, presidente dell’Associazione culturale La Riviera Friulana, e Antonio Boemo, giornalista e scrittore gradese, autore delle foto dedicate a Grado, alla sua Laguna, al suo retroterra, guidati dal giornalista radiofonico e televisivo, Gian Paolo Girelli, consigliere nazionale dell’UNAGA, il gruppo di specializzazione della FNSI legato ai settori agroalimentare, enogastronomico, dell’ambiente e territorio, a illustrare le carature e le attrattive della Riviera Friulana.

Di quell’area ideale ipotizzata dapprima in un’idea, poi in un libro, quindi in un sodalizio di carattere culturale, che interessa le due principali realtà turistiche del Friuli Venezia Giulia, che sono Grado e Lignano Sabbiadoro, e il loro retroterra, ricco di attrattive, eccellenze, elementi di richiamo. Assieme al Foto cine club Lignano, presieduto da Gianfranco Cervesato, e a Boemo, con il sostegno della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Riviera Friulana ha infatti realizzato dapprima una monografia, ‘Eccellenze culturali ed enogastronomiche della Riviera Friulana’. Poi, con le foto della stessa, un video che ha saputo ammaliare gli spettatori.

IL VIDEO: Spiagge dorate che contornano L’isola di Grado e la penisola di Lignano Sabbiadoro, che a seconda delle stagioni accolgono bagnanti, ciclisti, cavallerizzi e giovani amazzoni. E fanno da sfondo a sfide veliche, alla pratica del windsurf, dello spettacolare e aereo kitesurf, alla più placita e atletica, ma sempre contemplativa pratica del canottaggio, e del pad surf. Contemplare: questo il paradigma coniugato nelle foto dagli autori, Morandini compreso, che hanno voluto ritrarre momenti emblematici e caratterizzanti della vita, delle testimonianze, delle potenzialità dell’area compresa tra i fiumi Tagliamento e Isonzo, la linea delle risorgive friulane e il litorale dell’Alto Adriatico. Dalle centinaia di cigni che nidificano in laguna, alla fitta rete di canali lagunari, alle barene, alle vasche naturali che accolgono i bagnanti più ardimentosi in escursione sulle isole perilagunari. Alla campagna ammorbidita dalle foschie autunnali, alla placida distesa delle lagune e dei fiumi, come il Tagliamento, l’Isonzo, il Corno, il Natissa. Ancora, alla natura incontaminata della Val Cavanata e dell’isola della Cona, a poca distanza dal fiume Isonzo e da Grado, o dell’oasi faunistica del fiume Stella, navigabile fino alle zone più ricche di vegetazione, lungo il quale si trova un villaggio di pescatori intatto e suggestivo, raggiungibile anche in motonave. Alle icone del turismo del Friuli Venezia Giulia, come la città stella di Palmanova, Passariano e la sua Villa Manin, Aquileia e i suoi fasti dell’impero romano. Ma anche borghi rurali del medioevo come Clauiano. O borghi come Marano lagunare, dal quale, come da Grado, la leggenda narra partirono i fondatori di Venezia. Ai resti del bosco planiziale padano, dove si raccoglie il tartufo bianco di pregio. Alle terre di bonifica o di risorgiva. A cittadine come Latisana, Palazzolo dello Stella, San Giorgio di Nogaro, Carlino, Fiumicello, che offrono infinite occasioni di ristoro e di riflessione. Al sistema nautico più importante del mediterraneo, che offre ricovero alle imbarcazioni nei marina situati in laguna o lungo i fiumi, per escursioni fatate nella bella stagione, ricche di motivi di interesse negli altri periodi dell’anno.

A…

E qui la spiegazione degli autori si è interrotta, per lasciar parlare Franco Clementin, viticoltore di Terzo di Aquileia, DOC Friuli Aquileia, impegnato alla ricerca della qualità a scapito della quantità. Dal Traminer, che da tempi antichi, nell’agro aquiliese ha trovato la culla dei profumi migliori, al Refosco, che si ritiene sia l’antico Pucinum dei romani: un rosso potente, che nelle terre rivierasche, agevolato dalla brezza marina, offre sensazioni morbide e di effetto. Quindi, a parlare sono stati i vini di Clementin, Antico Broilo e Fattoria Clementin, e quelli di Giovanni Toniatti Giacometti, di Latisana, artista, e appassionato allevatore di cavalli da corsa. Con i sapori proposti dal Grand Hotel Astoria, di Sandro Lovato, che a giorni riattiverà la placida e benefica piscina colmata con l’acqua di mare riscaldata, e il ristorante al 7.piano ‘Al settimo cielo’. Dal quale si ammira l’intero Golfo di Trieste, da Punta Salvore a Punta Tagliamento. Si tratta di riferimenti essenziali per la navigazione in Adriatico dei quali, dal terrazzo panoramico dell’hotel, si possono ammirare direttamente i fasci luminosi. Assieme a quello del faro della Vittoria di Trieste. Mentre, di giorno, è possibile scrutare lungo le ricchezze della Riviera Friulana, delle Prealpi carniche e giulie, del Carso goriziano e triestino, della costa istriana settentrionale. Una chicca, quella generata dal contesto dove è collocato questo Hotel di Grado, che ha potuto arricchire la presentazione delle eccellenze rivierasche, e che è a disposizione di tutti: è sufficiente salire al 7.piano.


Ida Donati